Sarà che tutto ciò che tocca l’Atalanta, da qualche anno a questa parte, diventa oro, ma la sensazione è che Aleksej Mirančuk sia l’ennesimo colpaccio.
Nato sulle rive del Protoka nel 1995, è un trequartista capace di ricoprire, all’occorrenza, il ruolo di esterno del tridente offensivo.
Tatticamente, rappresenta l’alternativa perfetta a Josip Ilicic: mancino, ama giostrare sulla trequarti, cercando spazio sugli esterni.
Oppure del Papu Gomez, che ben si alterna e si integra sul campo con lo sloveno.
Se poi il capitano della Dea dovesse cedere alla corte dei sauditi dell’Al Nassr, pronti a garantirgli un biennale da 7,5 milioni di euro, per Mirančuk le prospettive sarebbero altre.
Non più alternativa e rincalzo, ma titolare: un ruolo per il quale il russo sembra già pronto.
Lo dice la carta d’identità, e lo dicono le prestazioni in maglia Lokomotiv Mosca, con cui, nell’ultima stagione, è letteralmente esploso.
Sedici reti e cinque assist in 32 apparizioni, di gran lunga il suo score migliore, con la chicca della doppietta segnata alla Juventus nei gironi di Champions League.
Numeri che non sorprendono gli addetti ai lavori, perché se pure il Campionato Russo non è tra i più probanti, nel 2015 un certo Lionel Messi lo inserì tra i dieci giovani più promettenti del calcio mondiale.
Allora, Aleksej ed il fratello gemello Anton erano le due stelline della Lokomotiv Mosca, che li aveva accolti nel 2011, tagliati dallo Spartak Mosca.
Identici, fisicamente, calcisticamente e persino tatticamente, si differenziano però nel grado di maturità: lezioso Anton, concreto, nella bellezza del gesto tecnico, Aleksej.
Fondamentale nel suo gioco è il primo tocco, con cui manda spesso fuori giri il suo marcatore: a vederlo, ricorda proprio Ilicic.
Solo che in più dello sloveno, ha dribbling e progressione, qualità impensabili quando lo si vede caracollare in mezzo al campo.
Mirančuk ha una meccanica tutta sua, sa fare a sportellate e danzare sulle punte, assistito da un sinistro dotato di enorme sensibilità.
Nascono da qui gol e assist. Sa battere con una certa pericolosità le punizioni, e calcia sia da fuori che da dentro l’area, al giro o di potenza.
Abituato ad un certo protagonismo, nell’Atalanta dovrà imparare a fidarsi dei compagni e a cercare molto meno la giocata personale.
La sensazione, però, per qualità e quantità, è quella di essere di fronte ad un predestinato.
Citando, come hanno fatto in molti in queste settimane, le parole del veterano della Lokomotiv Mosca Vedran Corluka sui gemelli Mirančuk:
“Anton è un grande talento ma onestamente soltanto Aleksey può impedire a se stesso di diventare un top player”.