Agnelli: “Il calcio ha nascosto per anni difetti strutturali, va riformato”
Intervistato da Linkiesta Forecast e, riportato da La Repubblica, il presidente della Juventus Andrea Agnelli,ha voluto parlare a 360 gradi del mondo del calcio. Il presidente di Juve ed Eca, in merito ad uno scenario calcistico futuro nel 2040, ha espresso le proprie considerazioni. Agnelli ha lanciato una sorta di allarme, dove viene puntato il dito contro le mancanze che, negli anni, non hanno avuto la giusta cura da parte delle istituzioni, culminando nell’esplosione totale nel 2020, a causa della crisi pandemica. Tanti i temi toccati e, soprattutto, un forte monito affinché la situazione cambi e, un’interessante analisi della nuova generazione di appassionati, profondamente diversa da quelle passate.
“Il calcio ha nascosto per anni molti difetti strutturali della sua piramide monolitica. Che, in più di un secolo e mezzo di storia, ha subito alcune restaurazioni rilevanti. I dilettanti non giocano più, i giovani non si avvicinano allo sport. I consumatori devono selezionare molto più di prima. Nel frattempo, si affaccia la nuova Generazione Z che, ha valori, oltre che interessi, molto diversi da chi l’ha preceduta”.
Esordisce così Andrea Agnelli che, successivamente, prova ad esporre i principi base che devono stare alla base del percorso di risanamento: “Lo spettacolo calcistico ha tutto per continuare a prosperare. Dai protagonisti agli investitori e agli appassionati. Queste tre componenti sono le fondamenta sul quale ricostruire”.
La pericolosa polarizzazione del calcio
Infine, un’attenta quanto preoccupante considerazione circa la centralizzazione che sta subendo il calcio dove, Agnelli fa un quadro delle riforme presentate negli ultimi anni: “Il processo di polarizzazione proseguirà inarrestabile. Il numero di club che daranno vita al vertice del movimento dovrà essere ridiscusso, non per assecondare i desideri di un avido gruppo di imprenditori, ma perché l’offerta di calcio sia adeguata alla domanda garantendo qualità”. Agnelli aggiunge: “Bisogna raggiungere il pubblico, il grande carburante dello show, con nuovi modelli di distribuzione. Il calcio del futuro ha il dovere di coltivare la protezione degli investimenti, i livelli di remunerazione e la distribuzione adeguata dei proventi”.