Agnelli, addio alla Juventus: futuro ancora nel calcio?
Il futuro di Andrea Agnelli è tutto da scrivere. Con l’insediamento del nuovo CdA in data 18 gennaio, la sua parentesi alla presidenza della Juventus è ufficialmente terminata. Ora per lui si aprono diverse strade da percorrere. Ancora legate al mondo del calcio.
Agnelli, il futuro dopo la Juventus
13 anni alla guida della squadra che è di proprietà della sua famiglia da quasi 100 anni. 19 trofei vinti, il presidente più vincente della storia del club. Andrea Agnelli ha vissuto ieri il suo ultimo giorno da numero uno della Juventus. Con l’insediamento del nuovo Consiglio d’Amministrazione, il dirigente ha lasciato la sua carica – e tutte quelle che ricopriva in Exor e Stellantis. Dunque, per lui si aprono le porte per il futuro.
“Faccio un passo indietro, lascerò il consiglio di tutte le società quotate. È una mia decisione personale, che ho preso d’accordo con John, con cui il rapporto rimane strettissimo. È la mia volontà di affrontare il futuro come una pagina bianca, libera e forte”. Con queste parole Agnelli si è congedato dal mondo bianconero. Ma non da quello del calcio, perché secondo quanto riporta Tuttosport l’idea dell’imprenditore torinese è quella di continuare a lavorare per questo sport. Magari in A22 Sports.
Il progetto Superlega non è morto
La volontà è quindi quella di continuare a lavorare al progetto Superlega. Un ruolo operativo in A22 Sports, la società promotrice della competizione alternativa a quelle della UEFA. Agnelli ha bene in mente come dovrebbe essere il nuovo assetto del calcio europeo e le parole pronunciate nel suo discorso d’addio – “Credo che il calcio europeo abbia bisogno di riforme strutturali per il futuro, altrimenti assisteremo al declino del calcio a favore della Premier League, che in pochi anni attrarrà tutto il talento europeo. Mi sembra evidente che i governatori attuali non vogliano ascoltare preferendo mantenere la loro posizione di privilegio” – indicano la voglia di perseguire questo obiettivo. E le dimissioni da tutti i suoi ruoli in Exor vanno in questo senso – per evitare un conflitto di interessi visto che la holding è azionista di maggioranza in Juventus.