Addio Sean Connery, un Oscar innamorato del calcio
Il mondo del cinema piange Sean Connery, uno dei più grandi attori di sempre, scomparso ieri a novant’anni. Volto del James Bond più amato, unico capace di impersonare appieno lo 007 narrato da Ian Fleming, lascia ai posteri film e interpretazioni eccezionali. A partire da “Gli Intoccabili”, che gli è valso, nel 1988, l’Oscar. Senza dimenticare la meravigliosa trasposizione cinematografica del capolavoro di Umberto Eco, “Il nome della rosa”.
Ma Sean Connery, scozzese di Edimburgo, lontano dal set ha coltivato una grande passione per lo sport. Innanzitutto il tennis: era consuetudine vederlo in tribuna d’onore, di fianco alla moglie, per le gare del centrale a Wilbledon. E se si trovava dall’altra parte dell’Atlantico, difficilmente mancava i big match dello US Open.
E il calcio, in tutto questo, cosa c’entra? È stato lo stesso Sean Connery, in più di un’occasione, a raccontare il proprio rapporto, viscerale, con il pallone. Che risale a ben prima che diventasse un attore. Da ragazzo, infatti, il padre lo portava a vedere le partite del Celtic, la squadra che tifava all’epoca. Quando giocava nelle serie dilettantistiche scozzesi, il mitico Matt Busby gli offrì un contratto da 25 sterline a settimane per giocare nel Manchester United.
Un episodio ricordato così da Sean Connery: “Per uno scozzese come me sarebbe stato il massimo in quanto, grazie ad esso, avrei potuto esportare il mio nazionalismo. Ero tentato fortemente di accettare le proposte del Manchester United. Avevo però già ventitré anni e quando pensai che un calciatore finisce la propria carriera intorno ai trenta, decisi di continuare a fare l’attore”.
Sir Matt Busby made moves to take a young part-time actor to Old Trafford and offered him a £25-a-week contract.
“I really wanted to accept because I loved football. I decided to become an actor and it turned out to be one of my more intelligent moves.”
RIP Sean Connery. pic.twitter.com/WhBTfoYOEH
— FIFA.com (@FIFAcom) October 31, 2020
Poi, la carriera l’ha portato lontano dalla Scozia, e per uno strano disegno del destino, diventa amico intimo di David Murray, storico presidente dell’altra sponda di Glasgow, quella dei Rangers. Squadra per la quale non solo inizia a simpatizzare, ma di cui diventerà, in maniera più che altro simbolica, vicepresidente. Sono gli anni in cui in Scozia, e in maglia Rangers, passano Lorenzo Amoruso, diventato per qualche anno capitano della squadra, e Gennaro Gattuso. E proprio per l’attuale allenatore del Napoli, Sean Connery pare avesse una vera e propria passione, tanto da aver osteggiato con ogni mezzo la sua partenza, convinto che sarebbe diventato un campione. E la storia, in effetti, non può che dargli ragione.
Nel 2004, per portare a Glasgow l’ultimo acquisto dei Rangers, il difensore greco Sotirios Kyrgiakos dal Panathinaikos, mise addirittura a disposizione il proprio jet privato. Addio Sean Connery, che tanto ha dato al cinema quanto, senza farsi quasi notare, al calcio, passione capace di unire, senza distinzioni, il più grande attore scozzese della storia e l’operaio dei cantieri navali di Glasgow.