Calcio Estero

Addio a Bouba Diop, l’uomo che ha fatto piangere Zidane

Durante l’ultima settimana, come era inevitabile che fosse, la morte di Diego Armando Maradona ha letteralmente cannibalizzato gli spazi delle cronache sportive. Ecco perché nessuno, o quasi, ha dato peso a un lancio di agenzia Ansa delle ore 22:29 di domenica:

Calcio: morto Papa Diop, fu stella Senegal a Mondiali 2002. Fu ‘eroe’ per gol alla Francia, brillò anche in Lens e Fulham”.

A pochi giorni dalla scomparsa del più grande calciatore di tutti i tempi, questo 2020 nefasto e la famigerata sclerosi laterale amiotrofica (SLA) si sono portati via Papa Bouba Diop, l’autore di una delle più belle imprese sportive degli ultimi anni: la cavalcata di una matricola fino ai quarti di finale del primo Mondiale di calcio del terzo millennio.

L’anno è il 2002, il giorno è il 31 maggio. In Italia Silvio Berlusconi è capo del governo da un anno e l’Euro è entrato nelle tasche della popolazione da circa un paio di mesi. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico governa da poco meno di due anni George W. Bush e appena otto mesi prima un drammatico attentato ha spazzato via le Torri Gemelle di New York.

Il Senegal vince a sorpresa per 1-0 contro la Francia, campione del mondo e d’Europa in carica, proprio grazie al gol di Bouba Diop intorno alla mezz’ora del primo tempo. I successivi pareggi contro Danimarca e Uruguay regalano a mister Bruno Metsu e ai suoi ragazzi la qualificazione, mentre la Francia riuscirà nella poco onorevole impresa di farsi eliminare al primo turno totalizzando un solo punto in tre partite senza mai segnare un gol. Agli ottavi il golden goal di Camara regala al Senegal la vittoria contro la Svezia di Larsson e un insperato passaggio ai quarti, dove però il sogno si infrangerà contro la Turchia di Hakan Sukur.

Di quella cavalcata, emulata con maggiore fortuna due anni dopo dalla Grecia all’Europeo in Portogallo, restano soprattutto i nomi di alcuni calciatori che hanno reso al di sotto delle aspettative negli anni successivi. Tipo El-Hadji Diouf, deludente protagonista del Liverpool di Houllier, o Khalilou Fadiga, ingaggiato dall’Inter e subito fermato da un problema cardiaco. La carriera di Bouba Diop è invece tra Premier League (Fulham, Portsmouth, West Ham e Birmingham), Ligue 1 (Lens) e un anno in Grecia (AEK Atene). Sette anni prima di lui se n’è andato anche Bruno Metsu, che dopo il Mondiale del 2002 si è convertito all’Islam e che nel 2012 ha addirittura sostituito Maradona come allenatore dell’Al-Wasl, formazione degli Emirati Arabi Uniti. Ma il 15 ottobre 2013 ha perso la partita più importante, quella contro un brutto male.

Ma nella mente di tutti resta l’impresa di quella Nazionale che da debuttante assoluta ha battuto i campioni del mondo e d’Europa in carica facendo sobbalzare dalla sedia un numero non indifferente di appassionati di calcio, allo stadio o davanti alla televisione. Una squadra che in quell’estate un po’ tutti abbiamo scelto come “squadra-simpatia” di quel Mondiale costellato dai gol di Ronaldo e dalle imprese molto meno lodevoli di qualche Byron Moreno di passaggio.

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Published by
Vincenzo Murgolo