Accadde Oggi: nel 2016 la tragedia della Chapecoense
La storia del calcio è fatta di grandi giocate, campioni memorabili, e immani tragedie. Che hanno spezzato i sogni del Grande Torino, scomparso sulla collina di Superga, e azzerato il Manchester United nel 1958. Lutti lontani, ma ancora sentiti tra i tifosi di tutto il mondo. A sconvolgere il calcio, con un altro disastro aereo, il 28 novembre 2016 è la Chapecoense. Il club brasiliano, un miracolo calcistico nato nel 1973, nel 2013 conquista una clamorosa promozione nella Serie A del Brasileirao. Due anni dopo, arriva addirittura la qualificazione alla Copa Sudamericana, l’equivalente dell’Europa League. I giornali di tutto il mondo raccontano la parabola della piccola Chapecoense. E il 24 novembre 2016, quando lo 0-0 casalingo contro il San Lorenzo qualifica i brasiliani alla finale della Copa Sudamericana, i social impazziscono.
Sarà, drammaticamente, l’ultimo capitolo della storia. E in un certo senso, il primo passo verso la tragedia. La sera del 28 novembre 2016 i calciatori della Chapecoense salgono sul volo LaMia 2933 per Medellìn, dove si giocherà la Copa Sudamericana in finale contro l’Atletico Nacional. Una partita che non si giocherà mai, perché l’aereo rimane senza carburante, e precipita a pochi chilometri dall’arrivo a destinazione. Muoiono 71 persone, compresi quasi tutti i calciatori della Chapecoense. Si salvano in tre, da quel viaggio: il terzino sinistro Alan Ruschel, il difensore Helio Zampier Neto e il secondo portiere Jackson Follman. Oltre ai nove giocatori della rosa rimasti fuori dalle convocazioni.
Il mondo, non solo del calcio, si stringe commosso al piccolo club brasiliano, in ogni stadio si ricorda e si celebra la Chapecoense. A cui i vertici del calcio sudamericano assegneranno, con un gesto bellissimo, la Copa Sudamericana ad honorem. Pochi giorni dopo, il Torino sigilla un gemellaggio con la “Chape“, uniti dallo stesso tragico destino. Oggi, dopo anni tribolati e la retrocessione in Serie B, la Chapecoense guida la classifica e “vede” il ritorno tra i grandi. Consapevole che, ovunque giocherà, sarà sempre nell’Olimpo e nell’immaginario di chiunque ami il calcio.