Accadde Oggi: nel 1971 la tragedia di Ibrox
Alla fine del 1899, Glasgow inaugura l’Ibrox Stadium, che da quel momento diventerà la casa dei Rangers. Le tribune, come era abbastanza abituale all’epoca, erano di legno, e per questo decisamente poco sicure. Bastano poco più di due anni perché lo stadio più grande della città diventi teatro di una immane tragedia. Il 5 aprile 1902, durante una partita tra Scozia e Inghilterra, le tribune della Western Tribune Stand cedono, facendo precipitare per 12 metri centinaia di spettatori. Alla fine, si contano 25 morti ed oltre 300 feriti.
Nel 1929, su progetto dell’ingegnere civile scozzese Archibald Leitch, l’Ibrox diventa come lo conosciamo oggi. Alla fin dei lavori, è il secondo stadio più grande del Regno Unito, e nel 1939 arriva ad ospitare, per un derby contro il Celtic, 118.567 tifosi. Troppi, forse, per uno stadio di calcio. Il 2 gennaio del 1971, infatti, il dramma si ripete. Di scena, il derby cittadino tra Rangers e Celtic. Allo stadio ci sono 80.000 tifosi e, quando il Celtic passa in vantaggio, a fine partita, in migliaia iniziano a sfollare.
All’ultimo respiro arriva il pareggio dei padroni di casa, e nei festeggiamenti quasi nessuno sembra rendersi conto di ciò che sta succedendo. Sulla scalinata 13 la calca si fa opprimente, la gente inizia a scavalcare le barriere e, in mezzo alla confusione, un bambino cade dalle spalle del padre. L’incidente, come stabiliranno le prime ricostruzioni, scatena un vero e proprio effetto domino. Per evitare di calpestare il piccolo, la gente finisce, letteralmente, per calpestarsi l’un l’altra. Il panico imperversa, e alla fine 66 persone perdono la vita, soffocate nel fuggi fuggi, e altri 200 tifosi restano feriti.
Resta una delle tragedie peggiori mai accadute in uno stadio, che scioccò non solo la Scozia, ma il mondo intero, calcistico e non. Nel 1989, adeguandosi alle nuove leggi, l‘Ibrox Stadium subisce un nuovo restyling. La capienza viene quasi dimezzata, i posti, tutti rigorosamente a sedere, diventano 44.000, aumentati poi agli attuali 51.000.