Il 18 febbraio 1912 è il giorno della fondazione dell’Alessandria, i grigi piemontesi, protagonisti dei primi anni del calcio in Italia. La data è quella della stipula dell’atto costitutivo del “Foot Ball Club Alessandria”, firmato da Enrico Badò, Amilcare Savojardo e Alfredo Ratti. I colori sociali, all’epoca, erano ancora il bianco e l’azzurro, ma il neonato club adotterà presto il grigio, colore delle maglie regalate dal magnate del ciclismo Giovanni Maino. Nel 1913, arriva sulla panchina, via Genoa, l’inglese George Smith, che guida l’Alessandria nelle sue prime stagioni nel campionato del Centro-Nord. Nel 1928, sfiora lo scudetto: si qualifica per il girone finale a otto squadre, e dà vita ad un’emozionante testa a testa con il Torino. Ad un passo dalla meta, però, cade contro il Casale ultimo in classifica, lasciando campo libero ai granata.
L’anno successivo nasce la Serie A, e l’Alessandria è uno dei primi club a farne parte, chiudendo la stagione al sesto posto. Nel 1936 perde la finale di Coppa Italia contro il Torino, e l’anno successivo retrocede, per la prima volta, in Serie B. Ritrova la Serie A solo nel Secondo Dopoguerra, nel 1946, ma è una gioia effimera, perché la stagione seguente torna in cadetteria, e poi scivola in serie C. Inizia quindi una lenta risalita, che riporta l’Alessandria in Serie A nel 1957. Nel 1960, la nuova retrocessione in serie B, e l’inizio di un lungo declino, che porta i grigi a lunghi decenni vissuti tra C1 e C2, fino al drammatico fallimento del 2003.
Oggi, l’Alessandria galleggia nella medio-bassa classifica della Serie B, col sogno di rimanerci, e chissà, magari un giorno tornare nel massimo campionato italiano. Ricordando ancora gli inizi, quando in grigio vestiva un certo Carcano, il primo alessandrino a vestire la maglia della Nazionale. Diventato allenatore, ha guidato l’Alessandria a sfiorare lo scudetto, prima di passare alla Juventus. Con cui ha conquistato quattro campionati consecutivi, tra il 1931 e il 1934.