Come narra la tradizione, che in sé qualcosa di leggendario, a fondare lo Juventus Football Club furono un gruppo di ragazzi del Liceo Classico Massimo D’Azeglio di Torino. Il più grande di loro aveva appena 17 anni, e li accomunava la passione per quello sport esotico e appassionante che, anni dopo, avrebbe unito milioni di persone in tutta Italia. Il nome, latino, vuol dire “gioventù”, e contiene tutto il senso della leggerezza con cui nasce quello che, oggi, è uno dei club più vincenti e potenti del mondo del calcio.
La prima maglia, sfoggiata anche nel primo campionato disputato, nel 1900, è rosa: non è un caso che da qualche anno la seconda o la terza divisa abbiano ripreso un pezzo di storia per decenni dimenticato. Nel 1903, direttamente da Nottingham, arrivano le maglie bianconere, indossate anche nella finale nazionale del 1905, contro Genoa e Milanese, che porta alla Juventus il suo primo Scudetto. Il presidente, all’epoca, è lo svizzero Alfredo Dick, che lascerà i bianconeri, in polemica con lo spogliatoio, per fondare il Torino, portandosi dietro alcuni dei giocatori più forti. Saranno anni duri per la Juventus, incapace di competere con le due nuove potenze del calcio italiano, Pro Vercelli e Casale. Dopo la Prima Guerra Mondiale, i bianconeri tornano competitivi, come testimonia la convocazione dei primi bianconeri in Nazionale: il portiere Giacone ed i terzini Novo e Bruna.
L’anno di svolta, per la storia della Juventus, arriva nel 1923, quando l’assemblea dei soci elegge come presidente, per acclamazione, Edoardo Agnelli. Il legame con la Fiat, da quel momento, sarà inscindibile, e la crescita della squadra, sotto ogni punto di vista, inarrestabile.
Viene tirato su un nuovo stadio, in Corso Marsiglia, con le tribune in muratura, cosa rara all’epoca, ed in squadra arriva il primo grande allenatore, l’ungherese Jeno Karoly, insieme ad un grande fuoriclasse, anche lui ungherese, come la mezzala sinistra Hirzer. Nella stagione 1925/1926 ecco il secondo Scudetto, ma è solo il preambolo di quello che passerà alla storia come il “quinquennio d’oro”. Tra il 1931 ed il 1935 la Juventus vince 5 Scudetti consecutivi, con in panchina Carlo Cancano. In campo vanno campioni come Orsi, Caligaris, Monti, Cesarini, Varglien I e II, Bertolini, Ferrari e Borel II, alcuni dei quali fondamentali anche nel primo Mondiale vinto dagli Azzurri nel 1934.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la Juventus è ormai una delle squadre più amate e tifate della Penisola, insieme a Inter e Milan. Un equilibrio che, nei successivi decenni, nulla sarà in grado di scalfire. Oggi, dopo 123 anni, i bianconeri, ancora legati alla Famiglia Agnelli, sono di gran lunga il club più titolato d’Italia, sotto ogni punto di vista. Dopo il filotto di 9 Scudetti consecutivi, i titoli nazionali sono 36, con 13 Coppe Italia e 8 Supercoppe Italiane. A livello continentale, invece, i bianconeri non hanno avuto la stessa fortuna, con appena due Champions League conquistate, quella del 1985 nella tragica finale contro il il Liverpool all’Heysel, e quella del 1996 a Roma contro l’Ajax.
Amata da milioni di tifosi in tutta Italia, la Vecchia Signora è anche la squadra più detestata, come capita spesso, nello sport, a chi vince sempre o quasi. In maglia bianconera sono passati, in diverse epoche, alcuni dei giocatori più forti di sempre, da Dino Zoff a Marco Tardelli, da Paolo Rossi a Michel Platini, da Roberto Baggio ad Alessandro Del Piero, da Zinedine Zidane a Fabio Cannavaro, da Gianluigi Buffon a Pavel Nedved, da Filippo Inzaghi a David Trezeguet, fino a Cristiano Ronaldo, tra i giocatori più forti e celebrati dell’epoca moderna.