Accadde Oggi: lo storico Scudetto della Sampdoria di Boskov
19 maggio 1991. Esattamente 30 anni fa la Sampdoria di Mantovani e Boskov celebrava il suo primo ed unico scudetto. Lo faceva al termine di una stagione trionfale, lo faceva battendo 3-0 a Marassi il Lecce, condannandolo alla retrocessione. Fu l’ultima vera favola del calcio italiano: da allora, lo scudetto è sempre stato affare delle cinque squadre delle grandi metropoli, Roma, Milano e Torino. Con un bilancio nettamente a favore delle ultime due (7 scudetti il Milan, 6 l’Inter, 14 la Juventus, contro uno scudetto a testa per Roma e Lazio).
Sampdoria Campione d’Italia: la storia
I protagonisti di quel formidabile gruppo furono soprattutto il presidente Paolo Mantovani, che costruì negli anni una squadra e un ambiente esemplari; Vujadin Boskov, l’allenatore di Novi Sad che dispensava ai media sentenze argute diventate tormentoni mediatici; infine la coppia d’oro in attacco, Roberto Mancini e Gianluca Vialli, quei due che nella Genova doriana erano una parola sola: “Luca Vialli & Bobby Gol”, con la “e” commerciale a suggellarne la simbiosi sul campo e fuori.
Quella ’90-’91 fu un’annata particolare della Serie A, in cui fu Genova la città principe. La Juventus di Mainfredi, dopo un buon avvio, franò rovinosamente e rimase fuori dalle coppe. Il Napoli di Bigon, campione in carica, al contrario partì male, si riprese nel finale ma riuscì solo ad agganciare la malmessa Juve. Stupì invece il Genoa di Bagnoli, quarto a fine campionato, e fece bene il Torino di Mondonico, subito alle spalle dei grifoni.
La Sampdoria partì non fortissimo, ma fu capace di rivaleggiare da subito con le milanesi. Alla settima giornata il primo squillo di tromba blucerchiato: a San Siro, Samp 1 Milan 0. A fine novembre però i doriani persero il derby, stesi da Branco. E se nell’ultima gara del 1990 batterono l’Inter a Marassi, persero subito la testa della classifica appena conquistata, cadendo contro Torino e Lecce e pareggiando con la Lazio.
Ma questo è l’ultimo giro a vuoto per gli uomini di Boskov. Il girone di ritorno iniziò con cinque vittorie consecutive (tra cui la Juve), un pari e poi altre tre vittorie, compresa un’altra lezione al Milan. La Samp non perse mai nel girone di ritorno, il Genoa si tolse la soddisfazione di non averle concesso la vittoria nei derby (0-0 il 30 marzo ’91) ma questo non fermò l’armata blucerchiata. La seconda vittoria a San Siro contro l’Inter il 5 maggio chiuse la questione scudetto, anche perché i nerazzurri la settimana dopo caddero a Marassi contro il Genoa, subendo il sorpasso del Milan.
Il pari tra Sampdoria e Toro bastò per tagliare l’Inter fuori dallo scudetto, e lasciò tre punti di distacco tra rossoneri e blucerchiati. La settimana seguente, il 19 maggio, ci fu il doppio testa-coda: Bari-Milan e Sampdoria-Lecce. Vinsero Bari e Samp, la prima si salvò ai danni proprio del Lecce, la seconda divenne campione d’Italia.