Se c’è stato un rivoluzionario, nella storia del calcio, è Johann Cruijff, capace di portare in campo la rottura culturale del proprio tempo. Una rivoluzione che non stava tanto nei capelli lunghi e nelle singole giocate, quanto nella visione complessiva del calcio. Inteso come meccanismo complesso, in cui tutti gli uomini in campo hanno un ruolo attivo in entrambe le fasi, tutti accompagnano l’azione e contribuiscono alla sua costruzione. Un cooperativismo che ha fatto dell’Ajax la squadra più forte del mondo a cavallo tra gli anni Sessante e Settanta, e di Johann Cruijff il calciatore più importante della sua epoca, durante la quale ha vinto tre Palloni d’Oro.
Portatore di un calcio nuovo e moderno in campo, ha saputo fare altrettanto in panchina, piantando i semi della propria visione nella sua seconda casa, dopo Amsterdam: Barcellona. In Catalunya ha giocato per cinque anni, tra il 1973 e il 1978, ma i successi più grandi se li è presi da allenatore. Ha guidato i blaugrana dal 1988 al 1996, portandoli per la prima volta sul tetto d’Europa, conquistando la Coppa dei Campioni nel 1992.
In quegli anni, a custodire le chiavi del centrocampo del Barcellona sono Guardiola e Luis Enrique, che degli insegnamenti di Cruijff, appese le scarpette al chiodo, sapranno fare tesoro. Costruendo il ciclo vincente culé, certo, ma anche facendo del loro modo di intendere il calcio la visione dominante, almeno in Spagna. Anche la Nazionale, nei limiti del possibile, adotta uno stile simile a quello del Barcellona. Possesso palla, nessun punto di riferimento in attacco, e dominio assoluto del campo, che portano alla selezione iberica due Europei e un Mondiale.
Johann Cruijff, da tempo malato di cuore, se n’è andato nel 2016, ma la sua storia, una delle più belle che il calcio abbia saputo raccontare, ha una data di inizio. Il 15 novembre 1964, quando, a 17 anni, gioca la sua prima partita con la maglia dell’Ajax. I lancieri sono ospiti, allo Stadion Oosterpark, del Groningen, nell’11° giornata di campionato. Vincono i padroni di casa, 3-1, ma per il giovane che fa già stropicciare gli occhi da anni nelle selezioni giovanili dell’Ajax, è comunque un esordio da incorniciare. È suo il gol della bandiera, al minuto 85, su assist di Klaas Nuninga: il primo di una lunga serie…