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Accadde Oggi: l’addio di Roberto Baggio al calcio

Il 29 dicembre 2003 qualche italiano ha pianto. Qualcun altro, invece, ha solo fatto finta di non piangere. Roberto Baggio, il divin codino, il talento più grande del calcio italiano della sua generazione, annuncia il ritiro. Avrà modo di tornare in campo, per la sua ultima apparizione, il 16 maggio 2004, a San Siro, contro il Milan. La sua quarta stagione al Brescia, così, diventa anche l’ultima in Serie A. Falcidiato dagli infortuni, praticamente per tutta la carriera, vive l’addio al calcio giocato come una liberazione.

“Ho dato tutto. Non ho rimpianti”: sono le parole di Roberto Baggio al suo storico manager, Petrone, prima di scendere in campo per l’ultima volta. “Finita la partita, per due giorni faticavo a camminare. Quando tornavo a casa non riuscivo a scendere dall’auto, dovevo prima far uscire una gamba, appoggiarmi alla portiera e poi tirarmi su”, raccontò successivamente, ricordando a se stesso e agli altri che “avevo dato tutto, e anche di più. Di più non potevo fare”.

E, soprattutto, aveva dato tanto a molti. Nonostante rapporti sempre – o quasi – conflittuali con i propri allenatori, ha fatto innamorare le tifoserie di tutta Italia. Talento difficile da incastrare negli schemi rigidi dei grandi mister degli anni Novanta, si è scontrato prima con Lippi, ai tempi della Juventus, poi con Capello una volta passato al Milan. Ma le cose non andarono bene neanche con Trapattoni, né con Ulivieri. Questione di personalità, che non gli ha comunque impedito di essere protagonista con la Nazionale. Raccogliendo comunque molto meno di quanto avrebbe meritato.

Protagonista a Italia ’90, trascinatore ed eroe tragico a Usa ’94, si guadagna il Mondiale francese del ’98 grazie ad una stagione strepitosa con il Bologna, dopo essere finito fuori dalle convocazioni nel biennio milanista. La sua esclusione nel 2002, nonostante i 34 anni e un infortunio che l’ha tenuto fermo ai box per mesi, è stato uno smacco, sia per Roberto Baggio che per i tifosi italiani. In carriera, alla fine, con le maglie di Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia segna 291 reti in 643 partite.

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Published by
Piermichele Capulli