6 giugno 1993, ultima di campionato: Fiorentina batte Foggia 6-2. Vanno a segno due volte Batistuta, due volte Baiano, Orlando e Vascotto. Nei minuti finali, gol della bandiera di Di Biagio e Petrescu. In contemporanea, all’Olimpico l’Udinese strappa il pari con la Roma. Va a segno l’ex romanista Desideri, pochi minuti dopo una clamorosa occasione fallita da Carnevale. Fiorentina, Udinese e Brescia chiudono così a pari punti, ma i viola hanno la classifica avulsa peggiore. Verdetto finale: Udinese e Brescia allo spareggio-salvezza, Fiorentina in Serie B.
Eppure quella allestita nell’estate del 1992 era un’ottima squadra sotto il profilo tecnico. Dal Foggia dei Miracoli di Zeman era arrivato Ciccio Baiano, 16 reti nell’annata precedente. Dall’estero, due colpi di grande rilievo: Brian Laudrup fresco campione d’Europa con la Danimarca, e il nazionale tedesco Stefan Effenberg. Entrambi arrivavano dal Bayern Monaco, reduce da una stagione tribolata nel primo campionato tedesco post-riunificazione.
La Fiorentina, guidata da Gigi Radice, iniziò bene il campionato, macinando punti e gioco. Tant’è che a inizio dicembre si ritrovava seconda a pari dell’Inter e del Torino, in una classifica molto corta dove dietro la capolista Milan ben 8 squadre stavano in appena due punti. A margine, un caso curioso aveva coinvolto le maglie da trasferta viola, apparse nelle prime due gare lontano dal Franchi con delle fantasie a forma di svastica. Forse, un segno premonitore.
Il 3 gennaio i viola ospitano l’Atalanta di Marcello Lippi, altra rivelazione del campionato. Al Franchi termina 0-1, è la prima volta che Batistuta e compagni non vanno a segno, fallendo ben cinque nitide occasioni da gol. Apriti cielo. La Fiorentina scivola al sesto posto, ma soprattutto il reciproco non apprezzamento tra Radice e il presidente Vittorio Cecchi Gori esplode. Subito nel dopopartita si registrano alterchi, seguiti da secche dichiarazioni di entrambi ai microfoni. Radice viene esonerato due ore dopo la partita, in una surreale diatriba sull’uso della difesa a Zona, promosso dal tecnico e bocciato dal patron.
Sulla panchina viola subentra Aldo Agroppi, fermo da due anni e mezzo e reduce da poco fortunate esperienze a Como e Ascoli. Agroppi inoltre era già stato allenatore della Fiorentina nell’85-’86, stagione conclusa al quarto posto ma segnata da fortissimi attriti con la tifoseria, culminati in un’aggressione ai suoi danni. Oggetto del contendere il rientro in squadra di Giancarlo Antognoni. Il capitano viola era costretto a saltare l’intera stagione precedente per infortunio, e veniva utilizzato con il contagocce dal tecnico.
Il traumatico cambio di guida tecnica fa rapidamente sprofondare i viola. La prima di Agroppi è a Udine, dove la Fiorentina cade per 4-0. Passeranno due mesi e mezzo senza vittorie, fino a Fiorentina-Pescara 2-0. Saranno appena due le gare vinte dai viola sotto la gestione di Agroppi. La terza vittoria nel girone di ritorno, il 6-2 con il Foggia, vede in panchina il duo Chiarugi-Antognini. Con Radice, erano state 5 (con cinque pari) nelle prime tredici gare del 1992.