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Accadde Oggi: la partita “fantasma” tra Cile e URSS

Il 21 novembre 1973 si gioca il ritorno degli spareggi per accedere ai Mondiali di Germania del 1974. In campo, dopo lo 0-0 dell’andata, Cile-URSS. Anzi, no, solo il Cile. Di fronte a 20.000 persone. Così ha deciso la FIFA: affinché il risultato venga omologato, i sudamericani devono scendere in campo. E lo fanno, segnando il gol della “vittoria” con il capitano Francisco Valdes, simbolo del Colo Colo, la squadra più seguita del Paese.

Ma perché l’Unione Sovietica non si presenta, e cosa c’è dietro ad una farsa di tali proporzioni? Bisogna fare un passo indietro, a tornare al 3 novembre 1970. Quando Salvador Allende, candidato del Partito Socialista cileno, vince con il 36% dei voti le elezioni, diventando, con l’appoggio del Partito Democristiano, Presidente del Cile. Per il Paese, saranno anni travagliati, di grandi riforme ed enormi ingerenze esterne. La svolta a sinistra non piace agli Stati Uniti, e neanche all’establishment cileno.

Così, l’11 settembre 1973, i militari guidati da Augusto Pinochet prendono il potere, uccidono il Presidente Salvador Allende e mettono fuorilegge il Partito Socialista. È la fine del Cile democratico: le strade si riempiono di soldati e lo Stadio Nazionale di Santiago del Cile diventa un vero e proprio campo di concentramento. Ecco perché l’Unione Sovietica quella partita, in quello stadio, non la vuole giocare, chiedendo di scegliere una sede neutra. Di calpestare il teatro della violenza antisocialista, non se ne parla, e il mondo non può e non deve voltarsi dall’altra parte.

La FIFA, però, è di un altro avviso. Gli ispettori inviati in Cile non trovano nulla da ridire sull’impianto (precedentemente “ripulito” dal regime). Si gioca a Santiago del Cile, il 21 novembre 1973. Anzi, non si gioca, perché l’URSS, nel bel mezzo della Guerra Fredda, non cede. I cileni, nonostante i dubbi, sopiti dalla paura, di molti calciatori, scendono comunque in campo, e staccano il pass – imbarazzante, vergognoso, insanguinato – per i Mondiali di Germania. La FIFA, e il calcio più in generale, scrivono la pagina più vergognosa della propria storia.

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Redazione