Nona giornata di campionato, la Juventus di Giovanni Trapattoni si presenta al San Paolo forte di un filotto di otto vittorie consecutive. A Napoli, dopo il primo anno di rodaggio, Maradona è pronto a guidare i partenopei verso traguardi ed obiettivi ambiziosi. Dentro alla partita, la sfida è tra i due fantasisti più forti dell’epoca: el Pibe de Oro da una parte, Michel Platini dall’altra. Quella che ne viene fuori, però, è una gara tirata e nervosa, come accadeva spesso negli anni Ottanta, che terminerà con due espulsioni, una per parte, a Salvatore Bagni e Sergio Brio.
Per sbloccarla, ci vuole un episodio, un’invenzione, una magia. Qualcosa che riesca a scaldare gli 80.000 arrivati a Fuorigrotta nonostante il freddo pungente – raccontato dalle cronache dell’epoca – di quel 3 novembre 1985. Chi altri, se non Maradona? L’uomo della provvidenza, che con un lampo lascia intendere che il Napoli non è più squadra da metà classifica, e che il paragone con Platini, non ce ne voglia le Roi, ma inizia a stargli stretto.
Al minuto 71, Scirea entra deciso su Bertoni dentro l’area juventina, l’arbitro Giancarlo Redini di Pisa fischia, ma non concede il rigore. È gioco pericolo, e quindi punizione a due in area. Sulla palla, sul lato destro dell’area, all’altezza del dischetto del rigore, va Maradona. Tacconi piazza la barriera, a quella distanza lo spazio in cui far passare la palla è un pertugio strettissimo.
Pensare di scavalcare i quattro del muro bianconero, imprimendo abbastanza forza da spiazzare il portiere e indovinare al contempo l’angolo giusto, è roba da fisici più che da calciatori. O da geni. E Maradona, senza dubbio, con il pallone tra i piedi, lo è. L’esecuzione è perfetta, meglio, è l’unica possibile per mantenere fede a quanto detto, a denti stretti, pochi secondi prima: “Tanto gli faccio gol comunque”…
Il gol manda in estasi Napoli, ma alla fine del campionato la Juventus chiuderà comunque al primo posto, atto conclusivo del lungo ciclo vincente di Trapattoni. I partenopei, però, si arrampicano fino al terzo posto, solo due punti dietro alla Roma: nell’élite della Serie A ci sono anche loro, e con un Maradona così sognare non costa nulla.