Il 26 novembre 1996 è una data scolpita nella storia della Juventus, che da allora non ha mai volato così alto. A Tokyo, quando in Italia sono da poco passate le 10 di mattina, scendono i bianconeri Campioni d’Europa contro il River Plate campione della Copa Libertadores. I bianconeri, allenati da Marcello Lippi, a maggio hanno conquistato la Champions League superando in finale l’Ajax ai calci di rigore. I “millonarios”, invece, nel doppio confronto hanno avuto la meglio dei colombiani dell’America de Calì, ribaltando la sconfitta dell’andata.
Eroe degli argentini, con una doppietta, era stato Hernàn Crespo, passato al Parma, e il River deve fare a meno della sua giovane stella. Non manca nessuno, invece, tra le fila della Juve, ricca di qualità in ogni reparto. Davanti, giocano Alen Boksic, appena arrivato dalla Lazio, e un Alessandro Del Piero sulla cresta dell’onda, ispirati da Zinedine Zidane. In panchina, Christian Vieri e Nicola Amoruso, tra i migliori comprimari che i bianconeri ricordino.
In campo, gli equilibri sembrano favorire la Juve, che infatti nel primo tempo comanda il gioco e va più volte vicina alla rete. Nella seconda parte, invece, i ritmi si abbassano, il River prende coraggio e colpisce una traversa con Ortega. Al minuto 81′, però, ci pensa una magia di Pinturicchio a instradare il risultato sulla via giusta. Calcio d’angolo battuto dalla destra da Di Livio, la spizza Boksic, che ne allunga la traiettoria, al vertice sinistro dell’area piccola la raccoglie proprio Del Piero. Il numero 10 è bravo a liberarsi della marcatura, e girare sotto al sette, dove Bonano non può arrivare.
È e rimarrà uno dei gol più importanti non solo della carriera di Del Piero, ma anche della storia dei bianconeri, che tornano a Torino con la Coppa Intercontinentale, alla fine di una vera e propria battaglia. Vissuta dall’Italia juventina, all’ora della colazione.