La storia del calcio italiano, e per estensione della Nazionale Italiana, è fatta di vette altissime e precipizi profondi. Il primo, di sicuro tra i più umilianti, risale al 1958, l’anno dei Mondiali di Svezia. A cui la Nazionale italiana, non parteciperà. Il girone di qualificazione, all’epoca, era tutt’altro che impegnativo, ne facevano parte solo tre squadre: Italia, Portogallo e Irlanda del Nord. I lusitani non erano certo quelli di oggi, anzi si trattava di una selezione decisamente modesta, e tale resterà fino all’avvento di Eusebio. Per non parlare dell’Irlanda del Nord, tra le britanniche senza dubbio, ieri come oggi, la più scarsa, senza grandi giocatori di rilievo. Quando, il 15 gennaio 1958, gli Azzurri vanno a Belfast per l’ultima partita di qualificazione, il pass per i Mondiali di Svezia sembra poco più che una formalità.
L’Italia arriva da prima del girone, con un punto di vantaggio da amministrare e due risultati su tre che vorrebbero dire qualificazione. Il cammino, in realtà, è stato decisamente accidentato. La Nazionale Azzurra è guidata da una commissione tecnica con a capo Alfredo Foni, che negli anni precedenti aveva vinto due scudetti sulla panchina dell’Inter. Sperimentatore di diversi sistemi di gioco, guida la transizione dal mitico sistema “WM”, ossia il 3-5-2 in auge per decenni, al catenaccio. Sistema mutuato dalla Nazionale Svizzera, in Italia trova enorme fortuna, almeno nelle squadre di club. In Nazionale, invece, l’equivoco tattico è sempre dietro l’angolo, e tra un’intuizione geniale e una meno, a Lisbona, il 26 maggio 1957, arriva la prima umiliazione. Il Portogallo vince contro l’Italia la sua prima partita di qualificazione a un Mondiale.
A dicembre l’Italia riporta subito sui binari giusti la propria corsa, restituendo il 3-0 subito dai lusitani e consolidando il primato nel girone. La corsa ai Mondiali di Svezia è all’ultima curva, una formalità, come detto. Si gioca a Windsor Park, nel primo pomeriggio, e la partita è il recupero di quella in programma il 4 dicembre 1957. Che si giocherà comunque, ma in forma di amichevole, perché l’arbitro dell’incontro rimane bloccato a Londra dalla nebbia. Passerà alla storia come “la battaglia di Belfast”, ma il clima che trova l’Italia, quel 15 gennaio 1958, è tutt’altro che elettrico.
Gli azzurri arrivano in formazione rimaneggiata e pieni di acciacchi, ma non basta certo a giustificare la disfatta. Vince l’Irlanda del Nord, che indirizza la partita già nel primo tempo, finito 2-0 per i britannici, con le reti di McIlroy e Crush. Nella ripresa, il gol di Da Costa, uno dei tantissimi oriundi di quella Nazionale, riaccende le speranze, destinate a spegnersi con il passare dei minuti. L’Italia perde, e saluta i Mondiali di Svezia: è la prima volta che manca l’appuntamento più importante, ma non sarà, purtroppo, l’ultima.