Non capita spesso che due squadre britanniche incrocino i propri destini europei. Anche perché, le inglesi sono storicamente una spanna sopra a tutte, e solo i club scozzesi, in qualche rara occasione, si sono dimostrati all’altezza. Del resto, non è un caso che in Inghilterra siano finite 12 Coppe dei Campioni, contro una sola andata in Scozia. Exploit, firmato nel 1967, dal Celtic, capace di superare in finale l’Inter di Mazzola. Per il resto, che si parli di club o di nazionali, tra inglesi e scozzesi la sfida è storicamente impari.
Ma non per questo meno emozionante, sentita o, a suo modo, epica. Come quella che, negli ottavi di finale della Coppa delle Coppe 1962/1963, mise di fronte Tottenham e Rangers Glasgow. Confronto praticamente chiuso già dopo la gara di andata, con la vittoria del Tottenham, a White Hart Lane, per 5-2, di fronte a 60.000 persone. Il secondo capitolo di quella che fu ribattezzata, con scarsa originalità, la “Battle of Britain”, si disputa a Glasgow l’11 dicembre. Inizialmente prevista per il 5, ma rimandata per nebbia, la partita attira ad Ibrox 80.000 tifosi. In campioni in carica della FA Cup, così come all’andata, dominano anche il ritorno. Il Tottenham vince 3-2, il risultato aggregato dice 8-4, un dominio assoluto. Che non fa che ribadire la superiorità calcistica dell’Inghilterra nel contesto britannico.
Alla fine della stagione, gli Spurs, dopo aver passeggiato sullo Slovan Bratislava ai quarti di finale e sull’OFK Belgrado in semifinale, conquistano la loro prima Coppa delle Coppe. In finale, un cliente scomodo, l’Atletico Madrid. Che, però, soccombe ancor peggio di quanto fatto dai Rangers Glasgow. A Rotterdam, di fronte a 50.000 spettatori finirà 5-1: una finale senza storia, che porta per la prima volta la Coppa delle Coppe oltremanica. Per l’Atletico Madrid rimane, ancora oggi, la sconfitta peggiore mai incassata in Europa. Per di più in una finale.