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La stagione 2015/2016, dalle parti di Anfield Road, non era iniziata nel migliore dei modi. Dopo le prime otto giornate di Premier, il Liverpool galleggia a metà classifica, con appena 12 punti raccolti. Non un inizio esaltante per Brendan Rogers, che l’anno prima non era riuscito ad andare oltre il sesto posto, lontanissimo dalla vetta occupata dal Chelsea.

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I dirigenti dei Reds, allora, prendono una scelta radicale. Congedano l’attuale tecnico del Leicester e puntano tutto su Jürgen Klopp, allenatore giovane e visionario, vate di un calcio nuovo e divertente. E, soprattutto, vincente. Nei suoi sette anni sulla panchina del Borussia Dortmund, ha rifondato la squadra, vinto due volte la Bundesliga, sfiorato una Champions League. Nei gialloneri, in quegli anni, passano o esplodono giocatori come Lewandowski, Gotze, Hummels, Gundogan Aubameyang.

Insomma, un biglietto da visita più che convincente. La nuova avventura, per Klopp, inizia ufficialmente l’8 ottobre 2015, quando viene presentato ad Anfield. La prima stagione, per l’allenatore tedesco, sarà tutt’altro che esaltante, e alla fine il Liverpool farà persino peggio dell’anno precedente. In Inghilterra, raggiunge la finale di League Cup, dove perde contro il Manchester City. A livello europeo, cade in finale di Europa League contro il Siviglia: 1-3. Ma la delusione più grande arriva dal Campionato, che i Reds chiudono all’ottavo posto, mancando persino la qualificazione alle coppe europee.

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Qualcuno parla già di scelta fallimentare, di allenatore troppo radicale per essere un vincente anche in un campionato difficile come quello inglese. Ma non è che l’inizio. La prima annata serve a gettare le basi, nella seconda arriva il quarto posto che vale i preliminari di Champions League, che porta con sé risorse economiche ed investimenti. In estate arrivano Mohamed Salah dalla roma e Oxlade-Chamberlain dall’Arsenal.

Il progetto di Klopp prende forma, e dopo 11 anni i Reds tornano a giocare una finale di Champions League, fissando anche il record di reti segnate nella manifestazione: 47, compresi i play off. In finale, gli errori del portiere Karius, ben più della prestazione, condannano Klopp: vince il Real Madrid 3-1.

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La stagione successiva è quella della consacrazione definitiva, che porta il Liverpool, di nuovo, sul tetto d’Europa. In porta, arriva Alisson dalla Roma, a centrocampo Naby Keita dal Lipsia e Fabinho dal Monaco. Quella di Klopp è una corazzata, che vola in finale di Champions League ribaltando il Barcellona con un perentorio 4-0 nel ritorno delle semifinali. L’ultimo ostacolo è il Tottenham, superato di slancio: 2-0 e Reds Campioni d’Europa. In Premier la battaglia con il Manchester City è epica, punto a punto, irraggiungibili per tutti. La spunta Guardiola, con 98 punti contro i 97 di Klopp.

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La prima vittoria in Premier della storia del Liverpool, che dalla riforma dei campionati inglesi era sempre rimasto a bocca asciutta, arriva nella scorsa stagione. La quinta di Klopp in panchina si apre con la vittoria della Supercoppa Europea contro il Chelsea e con la sconfitta del Charity Shield contro il City. Dopo una cavalcata – causa pandemia – durata fino all’estate, conquista il Campionato a 30 anni di distanza dall’ultima volta, con 99 punti.