Dalla fondazione della FIFA, nel 1904, nacque l’idea di realizzare un torneo mondiale per nazioni. Tuttavia, l’organismo appena fondato non poteva contare sulle risorse e sulle strutture necessarie per un simile evento. La FIFA chiese appoggio al CIO, che nel 1906 incluse il calcio tra le discipline presenti nei suoi eventi sportivi e organizzò in Svizzera un “predecessore” del Mondiale. Così, a partire dal 1914, la FIFA riconobbe il torneo di calcio dei giochi olimpici. A tutti gli effetti, lo si considerò un “campionato del mondo per dilettanti”. Tuttavia, il torneo non era considerato esaustivo della dimensione del calcio, già all’epoca ampiamente permeato di professionismo.
Nel 1928 il Congresso della FIFA, riunitosi ad Amsterdam sotto la presidenza di Jules Rimet, decide l’istituzione di un nuovo torneo. Esso avrebbe dovuto coinvolgere le nazionali di tutto il mondo. Per la sua organizzazione si candidano diversi paesi europei (Italia, Ungheria, Paesi Bassi, Spagna e Svezia), insieme ad Argentina e Uruguay. Il presidente della FIFA Jules Rimet sosteneva Montevideo, che avrebbe festeggiato il centenario del Giuramento della Costituzione il 18 luglio 1930.
L’Uruguay, vincitore dell’oro olimpico nei tornei del 1924 e del 1928, prevedeva come pezzo forte nella propria candidatura la costruzione di un nuovo stadio il più grande del mondo. Inoltre le autorità uruguaiane promisero di rimborsare le spese a tutti i paesi partecipanti. Vedendo l’Uruguay favorito, i Paesi europei ritirarono le loro candidature. In seguito, molti paesi del Vecchio Continente, tra cui l’Italia, rifiutarono l’invito di partecipazione al torneo. Al congresso della Fifa del 1929, tenutosi a Barcellona, arrivò la ratifica dell’Uruguay come paese organizzatore.
12 i paesi partecipanti. Oltre all’Uruguay, dal Sudamerica disputarono il torneo Brasile, Argentina, Bolivia, Cile, Paraguay e Perù. Stati Uniti e Messico parteciparono per il Centro e Nordamerica. Invece, furono appena quattro le squadre europee. Solo Jugoslavia, Romania, Belgio e Francia si recarono in Uruguay, convinte ad appena due mesi dall’inizio del torneo. Scalpore fece il rifiuto dei “maestri” inglesi, per quanto nessuna delle federazioni delle Home Nations fosse parte della FIFA.
Il torneo vide il dominio dei padroni di casa e dall’Argentina, medaglia d’argento ai giochi olimpici di due anni prima. Dai gironi si formarono le seguenti semifinali: Argentina-Stati Uniti e Uruguay-Jugoslavia. Entrambe le gare terminarono con un punteggio di 6-1 per i sudamericani.
La finale, disputata nel nuovo stadio Centenario di Montevideo sotto un’insolita nevicata, vide imporsi la Celeste per 4-2 sull’Argentina. Di fronte a circa 90mila spettatori, andò così in scena la prima finale mondiale, definita all’epoca “la più bella partita di calcio di tutti i tempi”.