Accadde Oggi: il primo gol in A di Chinaglia
Il 28 settembre 1969, la neopromossa Lazio sfida il Milan campione d’Europa di Rocco allo Stadio Olimpico, di fronte a 65.000 persone. Dal primo minuto, c’è in campo il neo acquisto Giorgio Chinaglia, scovato dalla dirigenza biancoceleste in Serie C, tra le fila dell’Internapoli. Il battesimo nel grande calcio è di quelli da ricordare: Chinaglia regala 90 minuti di puro agonismo, trovando al 62′ il gol che decide la partita. Su un retropassaggio corto di Malatrasi, si avventa sul pallone, anticipa l’uscita di Cudicini e con un tocco di punta mette dentro.
Sarà il primo di 98 gol segnati in maglia biancoceletse, dove rimane fino al 1976. È lui a trascinare la banda di Maestrelli allo storico, quanto sorprendente, scudetto del 1974, il primo nella storia dei capitolini. Nel suo secondo anno a Roma, non riesce a salvare la Lazio dalla retrocessione. In serie B, segna 21 reti in 30 presenze, e i biancocelesti tornano in Serie nella stagione 1972/73. Sfiorando, trascinati dalle reti del suo bomber, l’impresa: perdono infatti lo scudetto all’ultima giornata, cadendo contro il Napoli.
L’anno successivo, il miracolo, come detto, si concretizza: Chinaglia segna 24 reti – cui vanno aggiunte le 4 in Coppa Italia e le 6 in Coppa Uefa – e vive il momento migliore della sua carriera. Iniziata, calcisticamente, in Galles, dove la famiglia si era trasferita da Carrara quando Long John aveva nove anni. Cresce nelle giovanili dello Swansea, che negli anni Sessanta faceva la spola tra Second e Third Division. Torna in Italia nel 1966, a 19 anni, nelle fila della Massese, prima di passare all’Internapoli.
L’idillio in maglia Lazio finisce nel 1976, con i biancocelesti mestamente in lotta per la salvezza, e Chinaglia che spinge per volare negli Stati Uniti. Lo vogliono i New York Cosmos di Pelè e Beckenbauer, ed il ricco contratto offerto dagli americani lo convince a lasciare Roma. Il presidente Lenzini, dopo un duro scontro con l’ariete, lo lascia partire, ad aprile del 1976.
Nella lega americana, all’epoca la North American Soccer League, resterà fino al 1983, laureandosi per ben cinque volte capocannoniere. Alla fine della sua esperienza americana segnerà 231 reti in 234 partite. Gli va decisamente meglio che in Nazionale, dove il nome di Chinaglia è legato soprattutto a quello del flop azzurro dei Mondiali del 1974. Esordisce in Azzurro nel 1972, ma già nel 1975 esce dal giro delle convocazioni.
L’epopea di Long John, però, non si conclude in campo, al contrario. Continuerà a fare parlare di sé per anni. Nel 1983, tornato in Italia, diventa presidente della Lazio, ruolo che lascerà alla fine del 1985, quando, schiacciato dai debiti, cede la società a Franco Chimenti. Da quel momento, vivrà tra Florida e Italia, concedendosi sporadiche apparizioni nel mondo del calcio, con ruoli diversi e spesso operazioni opache.
La pagina più buia, la scrive nel 2006, quando gli viene contestato il reato di riciclaggio. L’accusa è quella di aver favorito il clan camorristico dei Casalesi nella scalata alla Lazio. Chinaglia muore nel 2012, prima che il processo – che finirà, con diverse condanne, nel 2015- arrivi alla sua conclusione. Rifugiatosi in Usa per sfuggire ai mandati di arresto, la sua salma torna a Roma nel 2013, anche grazie all’iniziativa dei suoi ex compagni della Lazio del 1974.