La parabola del Parma è un po’ lo specchio del calcio italiano degli anni Novanta. Rampante, meta dei migliori giocatori del mondo, spendaccione, ma anche divertente, senza dubbio il campionato più spettacolare al mondo. I ducali arrivano in Serie A nel 1990, per la prima volta nella loro storia, guidati da un imprenditore ambizioso come Calisto Tanzi. Alla guida del colosso dell’agroalimentare Parmalat, con affari tra Italia e Sud America, è uno degli uomini più ricchi del Paese. E sin dal suo arrivo al vertice del calcio italiano, dimostra di avere idee chiare e il potenziale per metterle in pratica. In poche stagioni, il Parma diventa una seria concorrente per lo scudetto, azionista di peso delle famose “sette sorelle”, insieme a Inter, Juve, Milan, Lazio, Roma e Fiorentina.
Il sogno, però, rimarrà tale. I rovesci finanziari della famiglia Tanzi faranno sprofondare il club, che nel 2004 si salva dal fallimento per un soffio, e nel 2015, invece, è costretto a ripartire dalla serie D. Di quel periodo d’oro, rimangono soprattutto gli allori europei, vera dimensione dei ducali, che alla fine mettono in bacheca una Coppa delle Coppe, due Coppe Uefa e una Supercoppa Uefa. Quattro trofei, che fanno il paio sulla bilancia con i titoli nazionali: tre Coppe Italia e una Supercoppa Italiana.
L’apice, è proprio la Supercoppa Europea, conquista il 2 febbraio 1994. All’epoca, infatti, la sfida tra le vincenti della Coppa delle Coppe, il Parma, e della Champions League, il Milan, si giocava su due gare, in pieno inverno. All’andata, il 12 gennaio, i rossoneri si impongono al Tardini per 1-0, con un gol di Papin. Al ritorno, il ducali rimettono in equilibrio il confronto grazie ad un gol di Sensini. E poi, nei tempi supplementari, è Crippa a trovare la rete del definitivo 2-0. Che porta il Parma sul tetto d’Europa e sulla ribalta internazionale, dove resterà per un decennio, sfiorando soltanto l’agognato scudetto.