Accadde Oggi: addio a Nicolò Carosio
Nato a Palermo il 15 marzo 1907, Nicolò Carosio è stato per 37 anni la voce delle radiocronache della Nazionale. Scompare, a Milano, il 27 settembre 1984, dopo una carriera ricca di soddisfazioni ma con una macchia finale. Ma è romantico anche il modo in cui Carosio diventò, a tutti gli effetti, il primo radiocronista della storia d’Italia.
I suoi maestri furono i radiocronisti inglesi della BBC, che il giovane Carosio ebbe modo di ascoltare seguendo il padre nei suoi viaggi di lavoro in Inghilterra. Nel 1932 si propone all’EIAR, la “madre” della Rai, commentando un derby di Torino immaginario. La commissione d’esame non ci pensa due volte, Carosio diventa collaboratore EIAR, e così sarà per tutta la sua carriera. Che inizia, ufficialmente, il 1° gennaio 1933, con la radiocronaca, dallo stadio di Bologna, dell’amichevole Italia-Germania.
Il primo grande evento di cui si occupa ufficialmente è il Mondiale di calcio che l’Italia ospita – e vince – nel 1934. Carosio racconterà quindi le partite dell’Italia alle Olimpiade di Berlino 1936, e dei Mondiali di Francia del 1938, che vincono di nuovo gli Azzurri.
Il crocevia della sua vita corrisponde con la peggiore tragedia della storia del calcio. Nel 1949, infatti, avrebbe dovuto seguire il Grande Torino nella trasferta di Lisbona. La cresima del figlio, che cadeva negli stessi giorni, gli salva la vita. L’aereo che riporta a casa i giocatori si schianta sulla collina di Superga nel viaggio di ritorno. Non si salverà nessuno: 31 morti tra membri dell’equipaggio, giocatori, dirigenti, allenatori e giornalisti al seguito della squadra.
L’altro momento topico della carriera di Carosio risale invece al 1960, quando nasce “Tutto il calcio minuto per minuto”, su Radio Rai. Cui, ovviamente, presta la propria voce, la più conosciuta e amata dal grande pubblico radiofonico. Milioni di tifosi e appassionati hanno gioito ed esultato ascoltando i racconti delle finali Coppa Campioni vinte da Inter e Milan negli anni Sessanta.
Il congedo, però, è una macchia, l’unica di una carriera eccezionale. L’11 giugno 1970 si gioca Italia-Israele, match dei gironi dei Mondiali del Messico. Sullo 0-0, viene annullato un gol a Gigi Riva, per un fuorigioco segnalato dal guardalinee etiope Seyoum Tarekegn. Che Carosio, per due volte nell’arco della partita, definì, appunto “l’etiope”, scatenando la reazione dell’ambasciata e della comunità etiope in Italia. Qualche giorno dopo, si fece largo la versione secondo cui Carosio avrebbe definito il guardalinee “negraccio”. Un episodio di cui, in effetti, non c’è alcuna conferma nelle ricostruzioni ufficiali. Tanto bastò, insieme all’età, ad andare in pensione, nel 1971, continuando ancora per qualche anno a dedicarsi alla sua passione per le radio locali.