Roberto Mancini, al cor non si comanda | Il Mancio ha deciso: ecco dove andrà

Roberto Mancini, ex commissario tecnico dell'Italia - lapresse - calcioinpillole.com
Svolta per il Mancio, ha prevalso il cuore nella sua scelta: ecco da dove ripartirà Roberto Mancini dopo l’esperienza saudita.
Giocatore delizioso, ai limiti del leggendario, sicuramente per i tifosi della Sampdoria, ma anche per quelli della Lazio. Allenatore vincente, amato e rispettato da tutti, colui che ha riportato l’Italia sul tetto d’Europa, prima dello choc di un finale a effetto ma senza lieto fine.
Questo in estrema sintesi Roberto Mancini. Da calciatore geniale, un pò pioniere un pò prototipo del top player moderno ad allenatore innovatore. Almeno fino al trionfo Azzurro sotto l’arco di Wembley, a casa degli inglesi, sconfitti in finale.
Mancini, artefice di un gioco moderno, corale e spregiudicato, diventa il simbolo di una rinascita azzurra. Eppure, quel trionfo resta l’ultimo vero raggio di sole in un cammino che si oscura troppo presto. I foschi presagi si materializzano con la clamorosa esclusione dai Mondiali del Qatar. Neanche arriviamo allo spareggio con il Portogallo di Cristiano Ronaldo, veniamo buttati fuori dalla modesta Macedonia del Nord.
Mancini non si dimette, a conti fatti era meglio, fino lo choc di Ferragosto 2013, quando all’improvviso si dimette. Nessun addio, nessuna conferenza, il tutto racchiuso in una lettera, prima dell’ufficializzazione del nuovo ruolo da commissario tecnico dell’Arabia Saudita. Una scelta che divide e fa discutere.
La macchia araba
Non è tanto per una questione di soldi, tanti petroldollari a cui Mancio non ha saputo dir di no. Niente moralismi, era la promessa di un rinnovo che sembrava fatto prima di un dietrofront avvolto nel mistero, dal momento che Mancini e la FIGC sono ancora in causa.
Quella “macchia araba” sporca una carriera dal top-manager (pensando ai successi col Manchester City) è un passo indietro sul piano sportivo e simbolico. L’uomo che aveva ridato orgoglio a una nazione calcistica si allontana nel momento in cui c’era più bisogno di lui.
Ritorno al futuro
Il nome del Mancio rimbomba da tempo al mercato. Si era parlato di Roma, a un certo punto tutti erano convinti che sarebbe stato l’erede di Thiago Motta, prima della scelta bianconera ricaduta su Igor Tudor. Alla fine ha prevalso il cuore.
Come ha raccontato Sky, Matteo Manfredi ha offerto la panchina sgangherata di una Samp sempre più nobile decaduta proprio all’ex commissario tecnico della Samp. Il numero uno doriano era il successore numero uno di Semplici. Al cor non si comanda? Più o meno. Mancini ha detto no al ruolo di allenatore, ma sarà il consulente blucerchiato. La Samp passa a Evani, con l’ex Attilio Lombardo suo vice. Nello staff Invernizzi e anche Andrea Mancini, il figlio di Roberto.