I vertici del calcio inglese starebbero lavorando ad un pacchetto di salvataggio – che sarebbe finanziato dalla Premier League – per scongiurare il fallimento delle squadre professionistiche delle leghe minori, dopo che il governo di Boris Johnson si è rifiutato di varare un decreto di aiuti per il mondo sportivo e ha abbandonato l’idea di una graduale riapertura degli stadi da ottobre a causa di un aumento incontrollato dei contagi da Covid19.
Secondo il Financial Times, è in corso un dialogo serrato tra l’amministratore delegato della Premier League Richard Masters e Rick Parry, presidente della English Football League (EFL), l’ente che gestisce la Championship (la nostra Serie B), la League One e la Two (la nostra Lega Pro), i cui club sono principalmente legati agli incassi dal botteghino: la pandemia rappresenta per loro una minaccia esistenziale. Mr Parry ha asserito in una nota ufficiale che l’ammontare stimato di perdita per le 72 squadre dei campionati minori nei prossimi mesi sfiora i 200 milioni di sterline, che si aggiungerebbero ai 50 già persi nella scorsa stagione.
I 20 team della Premier League si trovano invece in una posizione finanziaria più solida, beneficiando di 9,2 miliardi di sterline annui provenienti dai diritti tv, che hanno reso la Lega inglese il campionato più redditizio al mondo.
Negli ultimi giorni Oliver Dowden, Sottosegretario alla cultura e allo sport (lo “Spadafora britannico”, ndr), ha preparato una proposta di legge per sostenere finanziariamente varie federazioni sportive, chiarendo però che nemmeno una sterlina sarebbe stata indirizzata al calcio professionistico, insistendo che la Premier League dovrebbe “farsi avanti” per sostenere i 72 club più in basso nella piramide calcistica inglese. Ad oggi, la Lega diretta da Masters è riluttante a coprire l’intero deficit dell’EFL (250 milioni di sterline): la questione non è stata ancora discussa dagli azionisti, che avrebbero una riunione in programma questa settimana.
Inoltre, c’è costernazione all’interno della Premier League dinanzi alla richiesta di salvare i club di Championship, che sono in forte perdita ma già beneficiano dei cosiddetti “pagamenti di solidarietà” dalla massima divisione. Secondo uno studio della società di consulenza Deloitte, nella stagione 2018/19 le squadre di Championship hanno utilizzato il 107% dei ricavi per gli stipendi di giocatori e staff.
Eppure, nonostante Masters abbia affermato che i club di PL affronteranno perdite stimate per 700 milioni di sterline, qualora i fan restassero fuori dagli stadi per il resto della stagione, nella finestra di mercato di questa estate le squadre della Premier League – secondo Transfermarket – hanno sborsato circa 700 milioni di sterline. Pecunia per garantire la sostenibilità del sistema “football” ce n’è, eccome se ce n’è.