A un passo dal titolo, il Bodo Glimt come il Leicester
Il calcio è pieno di storie di successo, anche in tempi recenti, pensiamo al Leicester vittorioso in Premier League nel 2016 o alla partecipazione storica dell’Islanda alla Coppa del Mondo 2018 in Russia. La storia di successo del 2020, proviene dai fiordi del Nord-Europa, dall’estremità settentrionale della Norvegia dove, in una città di 50.000 abitanti a 16 ore di macchina dalla capitale Oslo, la squadra locale si accinge a vincere per la prima volta il campionato nazionale, l’EliteSerien. Il Bodo Glimt è forte dei 18 punti di vantaggio sul Molde, secondo in classifica.
I norvegesi, che solo un paio di mesi fa hanno dato filo da torcere al Milan in Europa League (3-2 sofferto per i rossoneri), sono considerati dai media locali come la migliore squadra che la Norvegia abbia conosciuto negli ultimi venti anni.
Con un budget esiguo, la metà di quello dei suoi rivali, come ad esempio il Rosenborg (la “Juventus” di Norvegia), il Bodo ha vinto 21 partite di campionato su 24, segnando la bellezza di 83 gol. La cavalcata della squadra è seguita con interesse non solo in città, ma in tutta la Nazione, tanto che il club di recente ha dichiarato di aver venduto merchandising in tutta il Paese ed anche in altri stati europei. Anche le superstar “d’esportazione” della Nazionale norvegese, in primis Erling Haaland del Borussia Dortmund e Martin Odegaard del Real Madrid, non si perdono un match del Bodo.
Pochi tifosi hanno potuto godersi dal vivo le partite all’Aspmyra Stadion nella stagione più entusiasmante della storia del club: il Covid ha infatti costretto a limitare l’afflusso allo stadio a 600 fans per match. Poco male: molti tifosi si sono spesso arrampicati sulla collina che sovrasta l’arena per seguire i contropiedi fulminei dei gialloneri (non a caso, in norvegese “Glimt” significa “veloce”).
Il primo segreto dei futuri campioni è l’attaccamento alla città: il nocciolo duro del team allenato da Kjetil Knutsen, è infatti composto da prodotti del vivaio o talenti della regione.
Il secondo segreto delle prestazioni roboanti del Bodo Glimt di quest’anno risiede invece nel patto che i giocatori fecero durante il loro ritiro pre-campionato in Spagna nella primavera del 2019. Discutendo dei loro obiettivi per l’anno successivo, decisero di concentrarsi non sui risultati conseguiti bensì esclusivamente sulle prestazioni, seguendo l’input del mental coach Bjorn Mannsverk, ex pilota di cacciabombardiere in Afghanistan e in Libia.
Come recentemente riportato dal New York Times, Mannsverk, in qualità di membro dell’aeronautica militare norvegese, aveva scoperto i vantaggi dell’allenamento mentale e della consapevolezza, provando ad introdurre i suoi metodi nel calcio: sessioni individuali, riunioni di gruppo, attività di mentoring e, ogni mattina, meditazione prima dell’allenamento. Oppure suggerendo ai giocatori di confrontarsi e comunicare costantemente in situazioni di difficoltà: quando il Bodo subisce un gol, infatti, i calciatori si riuniscono regolarmente per discuterne.
Da quando ha sposato il metodo-Mannsverk, il Bodo-Glimt è arrivato 11° nel 2018, un risultato discreto per una neopromossa. L’exploit è poi arrivato l’anno scorso, quando si è posizionato secondo, dopo aver tenuto testa per tutto il campionato al Molde vincitore, anche grazie alle 21 reti di Jen Petter Hauge, poi prelevato dal Milan.
Ora, la cenerentola di Norvegia è pronta per il suo primo, grande successo.