106 presenze all’Inter e annuncia improvvisamente l’addio: “L’ultimo ballo” | Se ne va una colonna nerazzurra
Last dance nerazzurra tra tristezza e orgoglio per tutto ciò che ha fatto. Se ne va una colonna della Beneamata.
Una “last dance” è sempre l’unione di due sentiment contrastanti: la gioia per un passato che diventa presente e apre l’album dei ricordi, con un velo di tristezza per una chiusura imminente, da titoli di coda.
È stato così per Javier Zanetti, anche se il record-man di presenze in nerazzurro (858 presenze, 615 volte in Serie A) rimanendo in società ha potuto aggiornare un nuovo capitolo della sua storia in nerazzurro, come dirigente, vice presidente. Addirittura.
Lacrime, applausi ed emozioni nel giorno in cui Beppe Bergomi (oggi icona anche tra i commentatori tecnici di Sky) ha lasciato quel vestito nerazzurro indossato 754 volte, per due decadi, dal 1979 fino al 1999.
Un bacio lassù per Giacinto Facchetti, icona interista nella decade nerazzurra degli anni ‘60/’70: come non ricordare le sue 637 presenze, dove sono incastonate le prime due Coppa dei Campioni (allora si chiamavano così) della storia interiste.
Il passato diventa presente
Anche se a un passo dal podio, gli storici tifosi dell’Inter hanno pianto nel giorno della last dance di Sandro Mazzola, quarto nella classifica di tutti i tempi con 566 presenze, una scolpita nella memoria, con quella doppietta rifilata al Real Madrid nella finale di Coppa dei Campioni del 1964.
Una last dance è sempre l’occasione per impalmare, omaggiare e ricordare un campione che ha lasciato segni indelebili nei cuori dei suoi tifosi, a prescindere dal numero di trofei alzati. Indipendentemente se si parla al maschile o al femminile.
L’ultima dance
Poteva essere nerazzurra fino al 2025, ma non sarà così. A giugno si chiuderà la lunga esperienza di Marta Pandini con l’Inter Women, inserita nella trattativa che ha portato Annamaria Serturini sulle sponde giallorosse del Tevere. Ma il centrocampista classe 1998 non dimenticherà i suoi dieci anni all’Inter.
Una storia cominciare a 16 anni, da titolare e fa niente se non è arrivata la vittoria ma un 1-1 sul campo del Valpolicella nell’ottobre del 2014, le se lo ricorderà per sempre quel pari. Così come la doppietta al Tradate Abbiate, in un ritorno del turno preliminare di Coppa Italia. Oppure la prima rete in B contro l’Unterland per 7-0 e il successo tra i cadetti che ha spalancato le porte del gotha del futsal femminile nel 2019. È promessa sposa della Roma e a giugno vestirà la maglia giallorossa, non prima della last dance con la sua Inter.