1 Football Club: le dichiarazioni di Berthold, Mancini e Barbaro
Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live. Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico. Ecco quelli di oggi: Thomas Berthold, ex calciatore di Roma e Bayern Monaco, Campione del Mondo nel 1990, Amantino Mancini, ex calciatore di Roma e Inter, e Claudio Barbaro, Senatore della Repubblica Italiana e Presidente Asi.
THOMAS BERTHOLD
Sull’Eintracht Francoforte che ha eliminato il Barcellona in Europa League
“Non me l’aspettavo. Mi aspettavo una squadra ben preparata grintosa e concentrata. Ho visto solo gli ultimi risultati del Barcellona, che ha fatto fatica col Levante. Ora il Barcellona è in trasformazione, ci vuole tempo per vedere il solito Barca da Champions League. L’Eintracht ha meritato, fare tre gol al Camp Nou non è facile”.
In chi ti rivedi come terzino tutta fascia in Italia?
“Questo discorso c’è anche nella nazionale tedesca: i laterali e centrali in questo periodo non li vedo di grande livello. In Italia come cultura hanno sempre saputo difendere bene, ma sulla fascia devi spingere, andare in profondità e fare il cross. Ci sono pochi giocatori di grande classe con queste doti. La fascia per un terzino è la posizione più impegnativa, devi trovare le distanze”.
Sui duelli con Maradona e Napoli-Roma
“Napoli-Roma è sempre stata molto calda. Sono due grandi club. Ho visto Diego in Russia al Mondiale, dove non stava benissimo, mi ha fatto molta pena sentire della sua morte, lui è stato il più forre di tutti i tempi. A Napoli la sua presenza era fondamentale, forse è stato l’unico giocatore al mondo a fare la differenza così”.
Il calcio italiano che hai vissuto tu non è più paragonabile a quello attuale?
“Negli anni 80 e 90 la Serie A era il miglior campionato. Dopo ho visto un calo strutturale. I club italiani sono quasi tutti stati in mano di imprenditori che hanno messo familiari e amici nelle società, e lì c’è stato il primo svantaggio. L’Italia ha perso molto anche sul livello infrastrutturale, gli stadi sono vecchi. Solo Juventus, Udinese, Sassuolo e Atalanta hanno fatto qualcosa per migliorare”.
Secondo te i presidenti “alla De Laurentiis” un po’ “self made man” possono resistere ancora alle cordate in Italia?
“Non lo posso sapere. Penso solo che se vediamo la Spagna e l’Inghilterra, che sono all’avanguardia, hanno un agonismo, un atletismo differente. C’è una differenza in tutti i reparti col calcio italiano. Sicuramente è anche una questione di investimenti, ma bisogna cambiare anche il modo di pensare e di lavorare per ritornare al top in Europa”.
La tecnica deve tornare al centro del calcio?
“Devi avere equilibrio nel calcio. Ci vuole il bilanciamento tra atletica e tecnica. Bisogna tornare a sviluppare i punti importanti: i giovani, la crescita, e la tecnica, sicuramente”.
Su Kroos e Ginter, accostati a Juventus e Inter: possono essere validi?
“Toni Kroos è stato un grandissimo giocatore, ma è a fine carriera. Ha capito che è meglio ritirarsi adesso che fare un altro mondiale. Ginter è più giovane, anche se non è nell’11 della Nazionale. Il mercato non lo valuto io, lo fanno gli scout”.
Su Mourinho
“Non mi sta piacendo, soprattutto per il modo di giocare. Il suo modo di giocare è molto difensivo, poco spettacolare. A me piace il gioco aperto e offensivo”.
AMANTINO MANCINI
Più difficile la carriera da allenatore o da giocatore?
“Tre anni fa ho deciso di diventare allenatore, sono tornato a Roma per fare il corso a Coverciano. Per ora sono fermo però. Era più facile fare il calciatore, fare l’allenatore è complesso. Devi essere occupato con la squadra, lo staff ecc… Se da calciatore avevo meno responsabilità? Il calciatore ha le sue responsabilità ovviamente, però è meno preoccupato per le altre cose”.
Su Spalletti e Mourinho
“Sono stato fortunato di aver avuto questi allenatori. Con Mourinho all’inizio giocavo, poi ha cambiato modo di giocare e mi ha tolto. Le cose non sono andate come volevo io nel mio passaggio dalla Roma all’Inter, capita. Con lui ho rapporti eccezionali, è un grande, di calcio ne sa tanto e lo ammiro. Con Spalletti mi sono divertito di più e mi ha insegnato tanto. Luciano ha un carattere particolare, ma è una persona per bene. Lui ti insegna il calcio. Nel quotidiano ti fa capire tante cose, mi sono trovato benissimo. Sono due allenatori che porterò con me in due maniere diverse: Mourinho per la gestione, Spalletti per la preparazione che ti dava durante la settimana. Con Luciano sapevi cosa fare”.
Cosa manca a Spalletti per vincere lo Scudetto?
“Con la Roma di Spalletti per due tre anni è stata quella che ha fatto più divertire, giocava a memoria. Negli anni di Spalletti alla Roma ha avuto solo Totti come campione. Forse manca un po’ di classe, mancano i top player per vincere. Ma per come gioca lui e per come vede le squadre…il Napoli sta facendo una stagione bellissima e può vincere lo Scudetto”.
Qual è la tua favorita per lo Scudetto?
“Bene il Napoli, ma soprattutto l’Inter. La squadra di Inzaghi è quella con più qualità tecnica ed è una gradino sopra a tutte”.
CLAUDIO BARBARO
Clamorosa vittoria contro il Bodo Glimt della Roma?
“Clamoroso lo avrei detto più sui tre precedenti con il Bodo, che è una squadra modesta”.
Su Zaniolo
“Non ho paura della Juventus, zero. Confido molto in questa dirigenza, ha un passo differente. La domanda è: tornerà ad essere quello di un tempo? Confido molto in questa nuova dirigenza che non sta portando avanti politiche di compravendita. Si potrebbe discutere su qualcosa in questa stagione: sono stato molto critico sulla Roma di Mourinho. Dal punto di vista del gioco è inguardabile, sui risultati vedo una mentalità molto ‘Mourinhana’. Se questo vuol dire portare a casa qualche risultato sarò contento di ricredermi”.
Quali saranno gli uomini Scudetto?
“Per quello che riguarda la Juve: non penso possa tornare in lizza per lo Scudetto. L’Inter? Difficile dire che possa essere l’uomo Scudetto, ma ha grandi campioni. Dzeko e Lautaro sono ottimi attaccanti, sono una bella coppia. Il Milan invece non mi convince, è sovradimensionata per me. L’allenatore è buono ma non è mai riuscito ad arrivare in fondo. I giocatori sono di livello ma non eccezionali. Nel Napoli c’è qualcosa che non mi convince. Spalletti lo conosco, ma anche lui non è mai riuscito a centrare l’obiettivo. La squadra la mette benissimo in campo, la qualità del gioco è bella, ma ogni tanto si inceppa qualche meccanismo. La sconfitta con la Fiorentina? Non mi stupisco: merita di stare dove sta. Nel Napoli vedo una squadra ben assortita. Insigne potrebbe fare di più, Osimhen è un ottimo attaccante. Lo snodo decisivo sarà proprio questo turno di campionato”.
Quanto deve essere importante il lavoro delle istituzioni per il rinnovamento del calcio italiano?
“Ho massimo rispetto per le istituzioni sportive, provengo da lì. Conosco anche i limiti del mondo dello sport, che non si mette mai in discussione. Qualsiasi tipo di interferenza viene rigettata. Se lasciamo fare tutto alle istituzioni sportive non ne usciamo. Si è distrutto con le proprie mani: iniziando dall’uccisione del Totocalcio, fino alla disparità nel mondo del calcio. Lo spettacolo viene fornito da tutti i protagonisti. Riforme? Bisognerebbe iniziare a partire dai vivai, dalla maggiore presenza degli italiani nel nostro campionato. Sugli aspetti infrastrutturali ci sarebbe tanto da dire poi…”.
Sul campionato Primavera
“Dovrebbe diventare il secondo campionato, come esiste in altri contesti europei. La tutela delle formazione dei nostri giovani dovrebbe essere un must per le nostre società sportive. Non si riescono a capire le indicazioni della Lega. Mi sembra che sia lasciato un po’ allo sbando questo aspetto”.
Su Napoli-Roma
“Se il Napoli dovesse vincere contro la Roma non sarei felice…ma sarei meno triste, ecco”.