1 Football Club, gli interventi di Jacomuzzi e Pecci
Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live. Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico. Ecco quelli di oggi: Carlo Jacomuzzi, osservatore ed ex direttore di Napoli e Atalanta, Eraldo Pecci, commentatore Rai, ed ex giocatore di Napoli e Fiorentina.
CARLO JACOMUZZI
Altro stop del Napoli. Non si tende a cercare troppo in maniera spasmodica Osimhen?
“Sicuramente hai ragione. Avendo in campo un giocatore con un peso così importante, viene quasi automatico cercare spesso la profondità. Ti posso dire, però, che la partita l’ha vinta Italiano allungando la squadra e creando intensità. Il Napoli voleva vincerla subito e, invece, ha perso una partita molto importante”.
5 sconfitte su 6 in casa per il Napoli in campionato. Da dove deriva il problema?
“Semplicemente la squadra soffre. Conoscendo Spalletti, che è ‘maniacale’ sulla fase difensiva, il dato mi stupisce. Mi viene da pensare che ci sia stato un po’ di ‘rilassamento’ nel preparare alcune gare mentre, invece, in Serie A non esistono partite facili. Sono tutte sconfitte nate in contropiede, se le analizziamo con attenzione. Anche con la Fiorentina, sul gol di Cabral, si è lasciato andare il giocatore in area di rigore. Io, guardando indietro e ricordando le squadre di Spalletti, ricordo un’attenzione massima sul lavoro difensivo. A Napoli, bella giornata, stadio pieno, e c’è stata disattenzione. Forse troppa euforia generale. Ha reagito alle critiche sui pochi gol quando aveva la miglior difesa? Non saprei, sicuramente con la Fiorentina c’è stata mancanza di concentrazione. La Fiorentina è super nel ribaltare le situazioni di gioco.
Pesa la mancanza di giocatori che abbiano vinto lo scudetto?
“No, quello no. La rosa del Napoli ha giocatori di grande qualità, come Zielinski. Non credo incida. Lo stadio ‘Maradona’ a volte ti fa fare partite incredibili ma crea anche euforia. Zielinski è sempre tra il 6 e il 7, come valutazione delle prestazioni, però dovrebbe dare un po’ d’esperienza anche agli altri compagni e, a volte, non riesce ad aggiungere qualità. Stranieri? In una città come Napoli può essere difficile, perchè non conosci l’ambiente e ti trovi in uno stadio con grande grinta. Nel calcio italiano gli stranieri sono troppi, non ce la facciamo più. Guardo anche la Serie B e vedo un sacco di islandesi, norvegesi ecc. Io ho lavorato a Roma quando Bruno Conti ha smesso e ha iniziato a lavorare al settore giovanile. A volte mi chiedeva: ‘Ti ricordi quel giocatore dell’Ostiense?”. Io vedevo quel giovane arrivare in Primavera e poi Prima Squadra. Oggi vedo gli scout moderni parlare del 2003 dello Sparta Praga o di un’altra squadra straniera. Ma noi in Italia non ce li abbiamo?”
Arriva Napoli-Roma. Chi è cresciuto di più tra Osimhen e Abraham?
“Io dico Osimhen. Abraham è un grande giocatore ma è troppo ‘caratteriale’, lo conosco già dai tempi del Chelsea. E’ un giocatore che ti può dare grande prove quando tutto gira bene ma, in questo momento, Osimhen è troppo determinante”.
Corsa scudetto. Chi vedi come favorita?
“Ho guardato il calendario e devo dire che l’Inter ha sfide più semplici. Ieri sera il Bologna ha vinto e sarà salvo quando affronterà i nerazzurri. L’Inter affronterà squadre più semplici rispetto alle altre, soprattutto il Napoli, mentre il Milan fa grande fatica a segnare. Poi magari il Napoli batte la Roma, fa filotto e ci regala un grande finale (ride, ndr) ma vedo i nerazzurri favoriti”.
ERALDO PECCI
Il Napoli è più forte con Osimhen ma sembra giocare peggio
“Beh, per me no. Non credo giochi peggio ma è un campionato al ribasso. Per questi ci sono tante pretendenti e le grandi squadre fanno tanti stop. Li fa il Napoli, così come Inter e Milan. Con tutto il rispetto per Osimhen, ma con Careca e Maradona, avrebbe fatto panchina. Il livello è questo qui. Sembra che aspettino la Juventus: il Milan non segna neanche a pagarlo, l’Inter è tornata a fare una buona partita dopo tanto tempo. Il Napoli è capace di fare una grande prestazione in trasferta poi spreca punti in casa, così come l’Atalanta. Questo è un campionato di ‘B1’. Accettiamolo e godiamoci le emozioni di avere una situazione così aperta”.
Nessuna squadra ha mai vinto uno scudetto con 6 sconfitte, a parte la Juve di Sarri, ma era il primo campionato con la pandemia. Dato negativo per il Napoli?
“Parliamo di campionati anomali, in questa situazione. I numeri, se li ‘torturi’, ti dicono quello che vuoi sentirti dire. Alla fine, abbiamo visto rinvii, tanti impegni, infortuni frequenti e contagi Covid. Sono campionati diversi e imprevedibili in questa situazione”.
Errori di Spalletti contro la Fiorentina? Si è già passati a critiche eccessive?
“Se tu, ad un allenatore, dai dei meriti devi dare anche delle colpe. Alla fine è il risultato che fa la differenza e spesso basta una vittoria per scordarsi di errori ecc. A Napoli, poi, appena fai un pareggio sembra che non puoi vincere più nulla. Non so quanto incida questa instabilità di valutazione sulle prestazioni, probabilmente niente. Però sicuramente incide sui giornali, i commenti del martedì anche qui in radio. C’è tanta demagogia: perché se vinci, le critiche hanno fatto bene, se perdi hanno fatto male. Alla fine, ogni domenica, ce n’è uno che ha ragione.
Corsa a tre, ma con queste frenate, la Juventus può ancora crederci?
“In questo campionato del ‘ciapanò’, vedremo cosa succederà. Abbiamo visto pandemia, marziani ecc (ride, ndr). Le tre in testa sembra che si stiano impegnando per far rientrare la Juventus e, finché la matematica lo permette, la speranza c’è ma è comunque dura perchè dovrebbero crollare in tre. Vedremo”.
Con la Fiorentina, al di là del risultato, Mertens si è reso ancora fondamentale
“Io credevo che il Napoli se la cavasse con la Fiorentina. Mertens è un grande giocatore e, io dico sempre, se hai un ‘vecchio positivo’ può darti ancora una mano, se è un ‘vecchio negativo’ meglio lasciar perdere. Mertens è sicuramente uno positivo, un grande giocatore che sa fare le differenza”.