Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live.
Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico. Ecco quelli di oggi:
Sei stato un ottimo centrocampista della Serie A. Ti piacerebbe essere paragonato a Barella?
“Con piacere. Non se lui sarebbe d’accordo, io sicuramente. Quando giocava a Cagliari ha fatto vedere tutte le sue qualità. Lui è molto giovane ma ha già esperienza, ha vinto il campionato e l’Europeo. Io sono arrivato in Italia a 29 anni”.
L’Inter è favorita per lo scudetto?
“Si, lo penso anch’io. Sono campioni in carica e giocano bene, hanno mentalità. Ma occhio anche al Milan e al Napoli. E’ bello vedere un campionato così conteso. Certo, l’Inter ha tutto ‘in mano’ ed è favorita”.
Battuta d’arresto per il calcio italiano in Europa. Come vede lo stato di salute del nostro movimento?
“Bella domanda. Mi ricordo quando giocavo, 20/30 anni fa, con i giocatori della maggior parte della Nazionale francese volevamo tutti andare in Serie A. Era il campionato più difficile e più bello. Oggi le squadre italiane non sono al livello di altre big spagnole o inglese, ma sono convinto che torneranno a quella dimensione. In Italia sono arrivati grandi campioni, molti giocatori italiani hanno aiutato la Nazionale a vincere. Io sono ottimista, il calcio italiano tornerà”.
Parliamo di giovani francesi: il ‘baby’ Ekitike sta facendo bene e interessa al Milan. Credi sia pronto?
“Credo di sì. Al Milan è bello perché vai in una grande squadra anche se la pressione è alta. Gli auguro di fare bene, sia per lui che eventualmente per il club”.
L’Italia ha raggiunto il momento migliore a Euro 2020?
“Sicuramente può fare ancora di più. Ora si sono messi in questa situazione del playoff, ma hanno una grande squadra. L’Italia ha giocatori giovani e un grande allenatore, può ancora migliorare. Non ha ancora raggiunto il punto più alto”.
Meritavi il Mondiale nel 1998. Qualche rimpianto?
“Sì, ma anche con questi episodi resto un uomo fortunato. Ho giocato in grandi società, ho incontrato grandi giocatori e conosciuto bellissime persone. E’ un rimpianto, avevo fatto del mio meglio ma continuo a ritenermi fortunato”.
Cosa pensi di Milik? Doveva aspettarlo il Napoli? Ci ha guadagnato con Osimhen?
“Noi allenatori siamo sempre particolari con le nostre idee. Per me Milik è un ottimo attaccante ‘d’area’, davanti alla porta fa sempre gol ma bisogna giocare con lui. Ci vuole un allenatore che lo conosca bene e lo faccia giocare nelle migliori condizioni. A me piace, per me resta un grande attaccante anche per giocare in profondità. Milik ha delle caratteristiche, Osimhen le sue. Sono due giocatori completamente diversi secondo me”.
Arrivò al Napoli con la ‘missione’ di far meglio di Higuain…
“Esatto, non è facile. Arrivare a Napoli e dover fare meglio di Higuain non era per nulla semplice”
Un pensiero sul giovane Sarr. E’ pronto per la Serie A?
“A me piace. Abbiamo lavorato insieme al Rennes; è un bravissimo ragazzo che ascolta e vuole migliorare. Le sue qualità sono importanti: velocità, uno contro uno, fa la differenza in zona gol. Può diventare un giocatore molto importante. Se mi avessi chiesto qualche anno fa questa cosa avrei risposto no. Ma ora ha esperienza, maturità e può fare molto bene”.
Ieri brutta debacle del Napoli con il Barcellona
“Può capitare. E’ capitato al momento sbagliato. Non so perché, in certe partite devi dare il meglio. E’ una sconfitta pesante. Il Napoli non è riuscito a tirare fuori quello che fa abitualmente. Non ne conosco il motivo”.
Hai lavorato con Al-Thani. Potrebbe investire in Italia, magari nel Napoli?
“Da maggio sono senza squadra e, in questo momento, sono a Londra. Ho avuto la possibilità di allenare, ma poi non si è fatto nulla. Napoli di De Laurentiis? Non saprei onestamente. Al Thani è molto appassionato, ma solo loro sanno davvero cosa vogliono fare.
Che segnali ha dato l’Italia all’Algarve Cup in vista dell’Europeo?
“Segni di continuo sviluppo. Queste partite erano molto competitive e di interesse internazionale, contro squadre molto attrezzate. Il fatto che l’Italia ne sia uscita imbattuta significa che Bertolini sta lavorando bene, così come tutto il team”.
Sorpresa del campionato
“Direi il Pomigliano. Sta ottenendo dei risultati, almeno per me, inaspettati e fa vedere un buon gioco. E’ una squadra che non si arrende mai, ma che sicuramente deve migliorare”.
Che idea ti sei fatto dopo Napoli-Barcellona?
“L’idea è quella che si era già vista all’andata. Il Barcellona non era poi così in crisi. Si credeva fosse un Barcellona meno forte ma che, invece, ha mantenuto le sue grandi caratteristiche di fraseggio e di gioco. Se gli offri metà campo per ripartire ti fa male. Sbaglia pochissimo a livello tecnico. Sottovalutato l’avversario? Il Napoli ha delle ottime qualità, ma era difficile pensare di giocare alla pari con una squadra che ha quel tipo di gioco, rischiando di lasciare troppi spazi”.
Zoff ha aspramente criticato il VAR. Tu cosa ne pensi?
“Il VAR usato quando ci sono errori gravi, è molto utile. Penso a episodi come quello famoso di Muntari di Milan-Juventus, il VAR sarebbe servito. Il problema è che, con questo protocollo, si creano squilibri perché a volte interviene e a volte no, quindi in certi casi sembra che non cambi nulla perché non si può utilizzare”.
A volte, come nella partita di ieri, un fallo tattico sarebbe piò opportuno per evitare di scoprirsi?
“Conoscendo le armi dell’avversario, a volte meglio un uomo in meno che scoprirsi eccessivamente. Noi siamo abituati al nostro campionato dove magari Koulibaly e Mario Rui riescono a recuperare fisicamente un uomo che va via. In Europa con queste squadre è un po’ più complesso”.
Sulla costruzione dal basso. Ieri il Napoli si è incaponito troppo su questa soluzione?
“Io, personalmente, non farei della costruzione dal basso un mio ‘punto forte’. E’ una buona arma con le squadre stanche, in un momento di difficoltà, ma non puoi pensare di impostare questo tipo di gioco con una squadra che sa pressarti e che sa benissimo come stare in campo”.