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1 Football Club, gli interventi di Bisantis, Lauro e Zauri

Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live.

Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico. Ecco quelli di oggi: Giuseppe Bisantis, noto cronista di Radio Rai, Luigi Lauro, procuratore di Mazzocchi e Luciano Zauri, allenatore ed ex calciatore, tra le altre, di Atalanta e Fiorentina.


Interviene Giuseppe Bisantis

Che sfida sarà quella dell’Italia con la Macedonia?

Piena di insidie. Chiaro che, se vinciamo, facciamo il nostro lavoro visto che l’avversario è – sulla carta – più debole e noi giochiamo in casa, gli mancherà anche uno dei giocatori più forti che è Elmas. Occhio, però, che per loro sarà un’occasione più unica che rara. Mancini ha fatto questa convocazione monstre chiamando 33 giocatori. Ripartirà dalla coesione del gruppo che ha vinto l’Europeo, consapevole che la Macedonia può e vuole fare quella che sarebbe un’impresa”.

L’Europeo può essere stato già un punto di arrivo per questo gruppo?

“No perché, esulando dai vari Chiellini, Bonucci ecc, molti giocatori sono giovani. Non è come il 1982 quando, quella squadra, raggiunse l’apice e, infatti, non passammo negli Europei del 1984. Molti dei giocatori attuali vengono dall’Under-21 ma, chiaramente, un non-approdo in Qatar porterebbe ad importanti riflessioni perché, ovviamente, il Mondiale, come detto anche da Mancini, è un punto finale di un progetto. Anche scaramanticamente, nessuno vuole pensare all’ipotesi di non andare al Mondiale”.

Il campionato italiano ha perso appeal? Basti pensare ai recenti addii di Dybala e Kessié a parametro zero

“L’ha persa da un po’. I risultati delle coppe europee ne sono le testimonianza. Male la Juventus che, in campionato ha una serie lunghissima di buoni risultati, poi è caduta contro il Villarreal. L’Inter ha fatto bene ad Anfield ma aveva già perso in casa. Abbiamo l’Atalanta in Europa League e la Roma in Conference League ma, ovviamente, non parliamo delle coppe più importanti in Europa. E’ normale poi che, arrivano le sirene dei grandi club, e i giocatori vanno dove hanno la possibilità di vincere qualcosa di importante. Insigne? Una scelta di carattere economico, in un campionato con meno pressioni”.

Sulla sfida scudetto

“Molto bella. E’ da anni che non vedevamo una sfida così. Ora c’è il Milan in vetta, potrebbe aver preso fiducia da questi risultati dopo averli persi con tante cosiddette ‘piccole’. La Juventus sta recuperando tanti punti ma, onestamente, non so se riuscirà a rientrare in corsa scudetto. Settimane fa non avrei detto Milan favorito ma, ora, visti anche i risultati striminziti, qualcosa in più ce l’ha anche se non ha l’0rganico migliore secondo me. Chiave della svolta rossonera? Beh Pioli ha fatto un grande lavoro, hanno un gruppo giovane. Non trovi nessun calciatore, allenato da Pioli, che ne parli male. Si fa volere bene da tutti. Tanti giocatori sono cresciuti, compreso Kessié anche se andrà via e, molti tifosi, lo hanno un po’ fischiato ma ora il gruppo ci crede”.

Sei uno storico tifoso del Catanzaro, simpatizzi o hai simpatizzato per il conterraneo Gattuso?

“Io sono tifoso del Catanzaro, come hai detto tu. Dico sempre che si cambiano le mogli, ma non la squadra di calcio. Gattuso è cosentino, quindi non è proprio un simbolo del Catanzaro. Gattuso è un grande motivatore, mi piace come allenatore e lo rispetto tantissimo ma, ecco, non auguro esattamente al suo Cosenza di vincere (ride, ndr).


Interviene Luigi Lauro

Mazzocchi accostato al Napoli. C’è la possibilità che possa essere l’erede di Di Lorenzo?

“Ti dico quello che penso. Credo che, queste cose, facciano sempre bene ad un giocatore. Se è stato accostato ad un grande club come il Napoli vuol dire che sta facendo un grande lavoro. Poi, quello che succederà, lo deciderà il direttore Sabatini. Sull’essere l’erede di Di Lorenzo, onestamente non credo che avverrà. Penso che Di Lorenzo rimarrà al Napoli. Non credo che qualcuno spenderà cifre importanti per un giocatore di 30 anni che, in questo momento, vale circa 30 milioni. Credo che, se tutto va bene, Pasquale resterà alla Salernitana ma aspettiamo di vedere cosa dice il direttore Sabatini che è un dirigente molto capace. Molto remota la possibilità che Pasquale vada al Napoli, ma ovviamente sarebbe un sogno per lui”.

Che consiglio daresti per il mercato del ds Giuntoli?

“Il mio consiglio è molto relativo, visto che il direttore Giuntoli è bravissimo. Se proprio devo dare un consiglio, direi di investire su un terzino sinistro. Ghoulam non è più quello di prima ed era uno dei migliori in Europa. Serve un giocatore importante che sia ai livelli del primo Ghoulam”.

Mertens decisivo contro l’Udinese. Credi possa restare anche l’anno prossimo?

“Io credo che le somme si tireranno alla fine tra club e giocatori. Adesso sono in piena lotta scudetto e Mertens è un professionista esemplare. Farà di tutto per fare questa impresa che, vista la situazione, non è un’utopia. Dal mio punto di vista, uno come Mertens, può fare comodo a tutte le grandi squadre e, ovviamente, tra queste c’è il Napoli. Potrebbe ancora fare bene in qualsiasi club”.

Sulla lotta scudetto. Credi che la Juventus possa rientrare nella corsa?

“Bisogna stare attenti alla Juventus. Dopo la sosta si capirà cosa succederà perché ci sono due big match. La Juventus affronta l’Inter, il Napoli va a Bergamo, il Milan affronta il Bologna; dopo la sosta si definirà meglio la situazione. Inter tagliata fuori? No, assolutamente no. Il match con la Juventus dirà molto, forse una eliminerà l’altra dalla corsa”.

Un articolo della Gazzetta ha detto che, nell’Under-21 di Nicolato, c’è appena lo 0,43% dei titolari della Serie A. E’ un dato allarmante?

“Eh sì. Purtroppo è una conseguenza di tanti anni di non-investimento sui settori giovanili e sui giocatori giovani italiani. Io sono cresciuto con Baresi, Costacurta, Del Piero ecc. Una volta crescevi con giocatori italiani che erano fortissimi, oggi non è così. Nell’Under-21 c’erano giocatori come Totti e Del Piero e vinceva tanto. Oggi stiamo passando un periodo dove c’è da capire il da farsi. Secondo me, non è una scelta giusta naturalizzare quelli stranieri. Se non giocano nella loro nazionale, perché devono giocare nella nostra?”


Interviene Luciano Zauri

Tanta ansia ed attesa per il doppio impegno playoff

Eh si. Come tutti gli italiani, stiamo aspettando di vedere cosa accadrà giovedì. Giocheremo in uno stadio bellissimo come Palermo. Pensiamo a questa partita intanto”.

Tante critiche per Sarri alla Lazio. Forse l’errore è paragonare il suo rendimento a quanto fatto a Napoli

In Italia siamo bravissimi a fare e disfare in un attimo. Roma, inteso come sponda Lazio, è una piazza molto esigente. Io credo che Sarri abbia fatto un ottimo lavoro finora, ereditando una squadra che non è ancora la sua e con tante difficoltà. Fa delle scelte obbligate talvolta ma, nonostante tutto, è lì a lottare per il quinto posto che, secondo me, rientrava in pieno nei piani societari”.

Sull’Inter. Che è successo ai nerazzurri? Mancano i gol degli attaccanti?

“Se dicessi che fa pochi gol sarei banale ma, purtroppo, è così. I giocatori hanno fatto poco nel girone di ritorno, anche offrendo sempre una certa prestazione. Tanti fattori, come anche il fatto che è mancato Brozovic e gli attaccanti hanno dovuto fare tanto lavoro dietro. Poi gli attaccanti sono una ‘razza strana’, si possono sbloccare in ogni momento”.

Flachi ha detto di esser rimasto sorpreso dalla carriera da allenatore di Simone Inzaghi. Tu sei sorpreso?

“Flachi intendeva, secondo me, il suo essere un po’ ‘guascone’, nel senso che era quello che faceva la battuta ed era un uomo spogliatoio. Posso dire che, agli inizi da allenatore, Inzaghi conosceva già tutti i giocatori di tutte le categorie. Per dirti che ha una profonda conoscenza calcistica”.

Chi ti ha impressionato di più, quest’anno, tra Pioli e Spalletti?

“Ti dico Pioli, perché Spalletti lo considero già un gigante, un ‘mostro sacro’ del nostro campionato. Al Milan ha fatto un lavoro incredibile, si fa volere bene da tutti. Nessun giocatore parla male di lui. Poi, ovviamente, nel calcio contano i risultati. Quando le cose vanno bene poi tutto gira meglio e si mettono da parte tutti gli egoismi”.

Commento su Di Lorenzo

Stava facendo bene già da prima poi, con Spalletti, è diventato ancora più maturo perchè, evidentemente, il mister gli sta dando altri tipi di mansioni e si vede. E’ il terzino della Nazionale e ti sa fare perfettamente ambo le fasi, lo ritengo il più forte terzino italiano in circolazione”.

L’ottimo lavoro di Italiano a Firenze

“Italiano lo conosco, come si suol dire, ‘dai tempi’. Ha fatto bene a La Spezia e ora sta facendo grandi cose a Firenze. Su Vlahovic, che dire, oggi il calcio gira così. Il potere ce l’hanno in mano i giocatori, specialmente quando il contratto è vicino alla scadenza. Forse si poteva pensare prima alla situazione ma, onestamente, si sapeva che sarebbe andato via”.

Atalanta-Napoli. Pronostico?

“Da tifoso ti dico: forza Atalanta. Poi auguro al Napoli di vincere lo scudetto”.

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Redazione