Il mondo di Calcio in Pillole continua ad evolversi e a cambiare. Sempre nella direzione che amiamo: quella del racconto calcistico. Cerchiamo sempre di tenervi aggiornati su quelli che sono i temi del mondo del calcio, dalle news agli approfondimenti, passando per le parole dei diretti protagonisti, per finire alla nostra presenza negli stadi per raccontarvi gli eventi live. Per i nostri lettori, la diretta testuale di 1 Football Club, il programma condotto su 1 Station Radio da Luca Cerchione in onda in tutta la Campania ed in streaming sul web. Sul nostro sito, tutti i giorni, dalle 12.00 alle 13.00, troverete le dichiarazioni dei numerosi ed importanti ospiti del programma radiofonico. Ecco quelli di oggi: Daniele Daino (ex Milan e Napoli), Gigi Pavarese (ex direttore sportivo Napoli), Zé Maria (ex calciatore di Inter e Parma).
Sul percorso del Milan
“Il Milan sta meritando e merita la vittoria dello Scudetto, non tanto per quanto fatto quest’anno ma più che altro per la programmazione societaria. Il Milan è cresciuto costantemente, e si è arricchito di giovani di grandissime prospettive come Tonali, Theo, Leao e Kalulu stesso. Questi ragazzi si stanno dimostrando di poter vestire questa maglia degnamente. Pioli è ovviamente l’artefice di tutto ciò. Il suo inizio non è stato entusiasmante, infatti dopo il famoso 5-0 di Bergamo sembrava in bilico, poi è arrivato Ibra e ha cambiato tante cose, ed è stata la chiave di volta per la mentalità che il Milan ha riacquisito. Pioli ha giovato molto della presenza di Ibrahimovic, perchè lui è uno di quei giocatori che imprime nel gruppo quella personalità, quello spessore e quella voglia di vincere che mancavano ad una squadra cosi giovane.”
Sulle ultime prestazioni dei rossoneri
“Io direi che al Napoli è mancata la forza mentale per mantenere quella costanza di risultati. Mai come quest’anno c’era la possibilità di vincere il titolo, ma purtroppo hanno perso una grande opportunità di stare li fino alla fine e di giocarsela. Come sta accadendo spesso a Napoli, questa squadra pecca sempre nei momenti chiave, a differenza del Milan, che invece riesce sempre a rialzarsi proprio in quelle situazioni. Il Napoli ha questa lacuna da sempre, e, tolto lo splendido campionato di Sarri, tutti gli allenatori hanno avuto delle difficoltà e gli stessi problemi. Qui toccherebbe fare un’analisi più profonda, per capire come mai questa squadra non riesce mai a risolvere questi suoi problemi.”
Sulla competitività in Italia
“Non si poteva pensare che la Juventus potesse essere, dopo 9 anni, ancora l’unica forza del campionato, Le milanesi prima o poi tornano sempre a competere, come sta succedendo adesso.”
Sulla mancanza di giocatori d’esperienza internazionale e la figura del Direttore Tecnico
“I calciatori abituati a giocare determinate partite sono più agevolati, perché sono più abituati a questi livelli. Io penso che l’ambiente sia fondamentale, e il Napoli ne ha uno meraviglioso in termini di tifosi, ma il discorso è all’interno del Napoli. Manca qualcosa all’interno della società, una figura che possa fungere da collante fra allenatore, squadra e società. Io prendo come esempio il Milan, i rossoneri hanno Maldini che è un grandissimo collante, con il suo stile, la sua eleganza… e la sua presenza è di grande conforto e serenità per i giocatori. In tanti club del nostro calcio manca questa figura, che è sempre più importante. De Laurentiis non vuole questa figura? Il presidente ha grande personalità, e magari non è interessato a far crescere, in questo senso, il gruppo dirigenziale. Io penso che il calcio si sia evoluto anche in questo senso, e ognuno deve avere dei ruoli ben precisi e specifici. Secondo me è diventata una figura fondamentale. In ogni caso Spalletti ha fatto un ottimo lavoro.”
Su De Laurentiis e la figura di un Direttore Tecnico
“Non è nell’intenzione del presidente assumere un ex calciatore che possa coprire questo ruolo e fare da collante fra squadra e società. Il Napoli ha uno dei team manager più apprezzati d’Italia, e conosco la sua professionalità, e conosco le sue capacità di questo eterno ragazzo, e quindi il problema è che dobbiamo chiederci è come mai noi in momenti determinanti non riusciamo ad essere il Napoli, riusciamo a scioglierci come neve al sole. Io penso che in questi momenti ognuno di noi sa come trovare le giuste motivazioni e la giusta adrenalina per gestire certi momenti. Quest’anno abbiamo perso un’occasione più unica che rara. De Laurentiis dice che questo è stato un campionato cazzuto, io dico che questo è stato uno dei più scarsi fatti dal Napoli negli ultimi anni.”
Sulla lotta scudetto
“Io facevo una riflessione. Innanzitutto devo fare ammenda, perché io ritenevo il Milan inferiore a Napoli, Inter e Juventus. Ma i rossoneri perchè stanno vincendo il campionato? Hanno una società organizzatissima e ben strutturata, e vincono perché all’interno del gruppo ci sono giocatori di grande personalità, come Ibra e Giroud. Questo campionato lo stanno vincendo soprattutto grazie a giocatori come Leao, Theo Hernandez, Tonali e Maignan, giovani di grandissimo talento e prospettiva. Una società che lascia andare giocatori come Kessié e Donnarumma con questa serenità, riuscendo a sopperire a tali mancanze, vuol dire che è seria e che lavora bene.”
Sull’addio di Insigne
“Non me ne voglia Insigne, ma non sono d’accordo sulla festa. Bisognava fa restare Insigne, cosi come bisogna far restare Mertens. Manca il senso d’appartenenza a questa squadra. Il Napoli ha la fortuna di aver avuto il migliore di tutti i tempi in squadra, e questo dovrebbe generare senso di responsabilità e appartenenza. Sono cose che non si possono comprare, sono cose che si hanno, sono dei privilegi. Io ho avuto l’onore di vivere Maradona, e solo il pensiero di salire su quel pullman mi darebbe i brividi. “
Su Spalletti
“Io stimo molto Spalletti, e gli voglio un gran bene anche se non lo conosco. Non dimentichiamo che lui ha dato un anima a questa squadra, e ha dato un senso a questa squadra, soprattutto dal punto di vista del gioco. Probabilmente è venuta meno qualcosa, magari anche in ottica infortuni, ed è anche su questo che lui dovrà ragionare in futuro. Non deve assumersi la responsabilità di altri. Se riconfermerei Spalletti? Si, senz’altro,”
Sulla lotta scudetto fra Inter e Milan
“Ci vorrebbe il temporale di quell’anno (ride). Io sono interista, e sarei molto contento se succedesse, ma non so se sarebbe giusto calcisticamente parlando, perché il Milan sta facendo benissimo, mentre l’Inter se lo è fatto scappare in più occasione. Io da ex Inter spero che vinca l’Inter, ma non sarebbe giusto per il campionato che ha fatto il Milan.”
Sulla Juventus
“Io penso che quella della Juve sia la rosa più completa del campionato. Magari i titolari non corrispondono alla forza della rosa, ma il discorso delle scelte del mister sono da valutare, perché dall’esterno è difficile giudicare come stanno le cose. Io penso che se sei la Juve non puoi pensare di essere contento della stagione fatta e di vincere spesso 1-0. Secondo me lui è riuscito a imprimere questa mentalità resultadista nella mente dei giocatori e loro si sono, negli anni, adattati al suo pensiero.”
Sull’addio di Dybala
“Questa è un’altra situazione di cui non sappiamo la verità. Difficile capire il perché dopo sette anni debba lasciare la Juve a parametro zero e in questo modo. Io penso che lui sia l’unico campione che ha la Juventus e lasciarlo andare cosi non mi sembra cosi saggio. Abbiamo visto un Dybala disperato ieri sera, dispiace vederlo cosi, ma d’altro canto andrà in una squadra che sicuramente lo accoglierà benissimo.”
Su Insigne
“Secondo me ci perde sia lui, sia il calcio italiano. Lui è un grande giocatore, ed ha dimostrato sempre grandissime qualità, ha dato sempre il massimo. Va in un campionato anonimo ma puramente per scelta economica. Questa è stata una scelta di vita, più che sportiva. Ovviamente a noi che amiamo al calcio dispiace, ma lui ha scelto per il suo futuro economico. Ciò che il Napoli perde è l’identità, perché Insigne rappresentava a pieno Napoli e la sua tifoseria. perdere questo legame è un qualcosa che sarà difficile da ricucire.”
Sul calcio moderno da un punto di vista d’affezione
“Il calcio moderno perde di passione. Avere gente come Moratti e Gaucci davano tanto per le proprie società. Oggi sono quasi tutti business man, è cambiato tutto da questo punto di vista. Si è passati da un calcio passionale a un calcio industriale, e dobbiamo abituarci a questa cosa, sicuramente è un qualcosa di diverso rispetto a ciò a cui eravamo abituati.”